Venti creature, soavi, avvenenti, leggiadre, fulgide, sfilano nella capitolina Villa Miani, per conferire forma e movimento al pregevole e mai banale estro creativo dello stilista partenopeo Gianni Molaro.
Venti regine chiamate a personificare l’eleganza che anima l’Olimpo delle dee della moda, secondo la vena artistica che infervora ispirazione ed intenti di Molaro. Abiti che si discostano dalla mera essenza del “semplice” vestito, per appropriarsi del più consono ed ammaliante fascino dell’”opera d’arte”. Autentici capolavori di alta e meticolosa sartoria, in cui nulla è lasciato al caso e ciascun dettaglio concorre al conseguimento di un’armonica e riverberante unione d’intenti.
Motivi floreali, aggraziati e radiosi che creano un rapporto empatico con schiene e decolleté tali da figurare come tatuaggi, scevri dall’aggressività più consona al nero e galvanizzati dall’iridescente candore, peculiare del bianco. Sensuali schiene nude e maliziose trasparenze che “smentiscono” la prevedibile purezza insita nel bianco, senza, però, depauperarla del suo naturale candore, alla quale viene piuttosto conferita piena e sopraffina espressione mediante morbidi drappeggi e veli di chiffon, preziosi mikado in seta, cady e satin.
Questo è il tributo alla moda portato in passerella da Gianni Molaro nell’ambito di AltaRoma, la kermesse annuale all’insegna dello stile e del fashion andata in scena nella capitale.
Foto: Ansa