E’ della 18enne romana, Pamela Mastropietro, scomparsa nei giorni scorsi, il cadavere ritrovato poche ore: il suo corpo smembrato è stato trovato in due trolley abbandonati nelle campagne di Pollenza, nel Maceratese.
E’ stata identificata in base agli accertamenti dei carabinieri e alla prima ispezione medico-legale: Pamela, ospite da alcune settimane della comunità di recupero ‘Pars’ di Corridonia,si allontanata volontariamente dalla struttura lo scorso 29 gennaio, senza telefono e senza documenti, ma portando con sé un grande trolley rosso e blu, forse proprio uno di quelli in cui sono state trovate parti del cadavere.
Il corpo smembrato, senza vestiti, era perfettamente pulito e non presentava tracce di sangue.
Tra i sospetti c’è un nigeriano, già noto alle forze di polizia, ma in regola con il permesso di soggiorno. I sospetti sono caduti anche su di lui dopo che le immagini di una sistema di sorveglianza all’esterno di una farmacia a Macerata lo hanno immortalato mentre seguiva la ragazza. Avrebbe ammesso di averla notata, ma ha negato ogni responsabilità, tirando, anzi, in ballo altre persone. Sono in corso interrogatori e perquisizioni.
Alta un metro e 65, occhi e capelli castani, Pamela già in precedenza aveva provato a scappare da un’altra struttura che la ospitava. Amava passare le serate in discoteca, adorava le sue amiche ed il fidanzato. Ma non era mai riuscita a disfarsi della sua dipendenza dalla droga. Per questa ragione era finita per l’ennesima volta in comunità e come era già accaduto ad ottobre, la voglia di evadere ha prevalso sul desiderio di disintossicarsi, così ha deciso di scappare, di lasciare quella struttura in cerca della sua «libertà». E,invece, è andata incontro a un massacro.
«Tutti dipendiamo da qualcosa che ci fa dimenticare il dolore», scrivevaPamela su Facebook postando la foto di un pacchetto di sigarette, una bottiglia di whiskey e un accendino. In passato aveva studiato in una scuola per estetista a Roma, nella speranza, forse, di poter aiutare mamma Alessandra nel salone di bellezza a due passi dal centro. Ad agosto scorso è finita in una comunità di recupero, da dove due mesi dopo era già scappata una volta. Una fuga durata cinque giorni che ha tenuto con il fiato sospeso amici e famiglia.
Quando si allontanò dalla comunità in cui era in cura lo scorso ottobre, fu ritrovata pochi giorni dopo, grazie alla segnalazione di alcune persone che l’avevano riconosciuta in strada.
La scena si è ripetuta due giorni fa. L’appello della mamma, questa volta, resta senza risposte. Del caso se ne è occupato anche il programma televisivo «Chi l’ha visto?».
Un uomo è in stato di fermo per l’omicidio di Pamela Mastropietro, si tratta di un nigeriano, già noto alle forze di polizia. È stato a lungo interrogato in caserma e successivamente accompagnato dai carabinieri in un condominio in via Spalato 124 a Macerata.
L’uomo è stato individuato grazie alle immagini del sistema di sicurezza nei Da quello che si è appreso, i carabinieri si erano attivati subito dopo la denuncia della scomparsa di Pamela, che si era allontanata volontariamente dalla comunità ‘Pars’ di Corridonia il 29 gennaio, e avevano capito che non se era andata via dalla zona, arrivando al massimo fino a Macerata. Non risulta che abbia preso treni, bus o pullman. Il nigeriano, che si trova in Italia regolarmente, ha ammesso di avere notato e seguito Pamela, ma di averla poi persa di vista. Ha negato anche qualunque coinvolgimento nell’omicidio e, anzi, avrebbe indicato altre persone che, secondo lui, potrebbero essere implicate. In queste ore sono in corso ulteriori perquisizioni nelle case di queste persone.
Alcuni residenti hanno riferito che i loro cani da ieri sera alle 23 avevano iniziato ad abbaiare senza sosta. Una circostanza che potrebbe riportare a quell’ora l’abbandono della valigie da parte dell’assassino.
Ma le indagini stanno vagliando anche amicizie, frequentazioni e ambienti in cui si muoveva a Roma la ragazza. Bisogna capire a chi si è rivolta in cerca di aiuto, o chi ha incontrato sulla sua strada. Un omicidio efferato e spietato, quello di Pamela, che potrebbe avere richiesto l’azione di più persone.