Uno dei business più proliferi, di sempre e da sempre, della criminalità organizzata è il pizzo o racket che dir si voglia. Cambia la forma, ma non la sostanza: si tratta, sempre e comunque, di estorsioni di denaro sotto intimidazioni e minacce, più o meno esplicite, nei confronti di imprenditori e commercianti.
In procinto delle festività, “il business” incalza, perché la logica imporrebbe che siano periodi più redditizi per i gestori di attività. Forse, un tempo, poteva anche esser vero, ma la crisi ha decisamente ridimensionato la macro e microeconomia.
Eppure la criminalità si rivela incapace di abbassare l’asticella delle velleità e delle pretese, seguitando a spingere con crescente brutalità il piede sull’acceleratore.
Quanto emerso durante la giornata odierna tra le mura più antiche e sussultorie di Napoli evidenzia, infatti, quanto il fenomeno seguiti ad essere radicato nella quotidianità dei commercianti e quanto sia incontaminato dalla crisi.
Tre uomini sono stati arrestati, proprio perché avevano chiesto al titolare di un garage di piazza Cavour a Napoli di versare al racket tre rate da 5.000 euro l’una da pagare a Natale, Pasqua e Ferragosto.
Le estorsioni avvenivano in un cortile del museo Pio monte della Misericordia, nel centro storico, nella fattispecie in via dei Tribunali.