Fermata a Kano, in Nigeria, una ragazzina di appena 13 anni che indossava una cintura esplosiva. Secondo informazioni diffuse dai media locali, la ragazzina è stata fermata ad un check point gestito dai miliziani che affiancano le forze locali nella lotta al terrorismo. La baby-terrorista è stata bloccata mentre cercava di introdursi in un ambulatorio, in compagnia di un uomo adulto, fingendo di essere rimasta ferita nel corso dell’attentato avvenuto la sera prima al mercato Kantin Kwari, nel centro città, dove operano commercianti nigeriani ma anche libanesi, cinesi e indiani. Attentato avvenuto per mano, nuovamente, di due donne. Gli attacchi sono stati rivendicati dalla fazione jihadista Boko Haram. Il gruppo è da tempo protagonista di sanguinosi attacchi che colpiscono militari e popolazione.
Kano è una delle più grandi città della Nigeria con i i suoi 10 milioni di abitanti a maggioranza mussulmana. È stata già terreno di violenze: colpita il 29 novembre da un terribile attacco con cui Boko Haram intendeva colpire l’emiro di Kano che aveva chiamato la popolazione a prendere le armi per difendersi dai terroristi.
Boko Haram (da una locuzione hausa che letteralmente significa «l’educazione occidentale è peccato») è un’organizzazione terroristica jihadista diffusa nel nord della Nigeria. È anche nota come Gruppo della Gente della Sunna per la propaganda religiosa e il Jihad.
Scegliere donne e addestrarle alla morte non è frutto di una tecnica inconsapevole. Ci sono le adolescenti, le vedove di militanti caduti in battaglia oppure ragazze che sono state manipolate e preparate a condurre le missioni sacrificali. Diversi profili caratteriali e diverse storie personali, ma tutte manipolate da un comune denominatore: la frustrazione per la corruzione e il malessere sociale sulla povertà e la disoccupazione. Non solo: il messaggio che si palesa è che la fazione è in grado di coinvolgere anche le donne, fino a poco tempo fa relegate ad un ruolo di supporto. Gli attacchi, poi, creano problemi alle forze dell’ordine: è più facile infiltrare delle attentatrici. Una situazione già vista in Iraq o in Palestina.
Il fine ultimo di questi gesti, considerati dagli esperti del movimento “propagandistici”, è la creazione di un Califfato nel nord est della Nigeria.
Negli ultimi tempi l’esercito ha lanciato diverse offensive e inviato emissari in Russia per acquistare nuovi equipaggiamenti, ma gli islamisti hanno replicato con incursioni e stragi.
.