La vicenda che vede protagonisti il cantante Massimo Di Cataldo e la visual artist Anna Laura Millacci, è nata su Facebook ed è finita in un’aula di tribunale.
Nell’estate del 2013, l’ex compagna del cantante, nonché madre della sua secondogenita aveva postato proprio sul social network delle foto che esibivano i segni delle percosse ricevute dal cantante, asserendo che le avessero finanche procurato un aborto. Un messaggio rivolto a «smascherare Di Cataldo» che ha definito nell’occasione un «dottor Jeckyll e mr Hyde», «capace di fare cose terribili… È un miracolo che sia nata la nostra prima figlia…». «Caro Massimo Di Cataldo – aveva scritto sul web – non avrei mai voluto arrivare a dire pubblicamente che uomo sei, e a pubblicare queste foto così terribili. Tu che ci tieni così tanto alla tua faccina angelica». Di Cataldo, però, da quel giorno ha sempre respinto le accuse. «Sono stato infangato e danneggiato da tutte queste falsità. Quando sono andato via da casa quel giorno Anna Laura non aveva segni sul viso».
Così, il cantante che imperversava già in un periodo ostico sotto il profilo lavorativo, si è trovato al centro di uno scandalo mediatico che ha inferto il fatidico “colpo di grazia” alle sue ambizioni.
Una vicenda che ha diviso in due l’opinione pubblica e non solo e che da un lato colloca una donna pronta a tutto pur di essere creduta, dall’altro, un uomo che spera di rigirare la frittata così che sia lei a finire a processo per le false accuse.
Il pm Eugenio Albamonte aveva ricostruito che le liti, e in qualche caso gli scatti d’ira Di Cataldo, sarebbero state sporadiche e comunque diluite nei tredici anni di convivenza con la compagna, senza mai prefigurare maltrattamenti continui. La perizia del medico legale Costantino Ciallella, docente a La Sapienza, d’altra parte, aveva confermato dei segni traumatici sulla vittima, sia la gravidanza interrotta alle prime settimane, escludendo però un collegamento tra un eventuale ceffone e l’aborto.
Fin da subito, il cantante ha cercato di difendersi anche pubblicamente e ospite in una trasmissione di Barbara D’Urso raccontò che la donna gli aveva «chiesto di incontrarci e vederci da soli. Dato che da circa quattro mesi sto cercando di raggiungere un accordo pacifico tra noi per la gestione della bambina, in merito a visite, vacanze e parte economica, le ho scritto che era meglio incontrarci prima con una terza persona, un avvocato. L’ultima volta che l’ho vista, aveva un taglio al labbro, ho un po’ la sensazione che lei più che tendermi la mano, volesse tendermi una trappola».
In merito alle foto pubblicate dalla donna come prova della violenza, il cantante aveva fin da subito dichiarato: «Non ho mai sostenuto che quello non sia sangue. Non so cosa sia. Ho la certezza di non averle procurato io nulla di ciò che si vede. Ho visto queste foto e sono rimasto scioccato. Avendo avuto a che fare con l’arte, mi rendo conto che certe cose si possono anche fare come una sorta di trucco cinematografico. O si è fatta male da sola o non ne ho idea». Un’accusa pesante e non l’unica.
In relazione all’aborto, Di Cataldo ci andò giù pesante: «Spero che il bambino fosse mio. L’ho scoperto in questi gironi che aspettava un figlio da me. Addirittura la madre non ne sapeva nulla. Io avrei voluto sposarla, l’avrei voluto un altro figlio».
Alle accuse della ex compagna che lo dice colpevole agli occhi dei media, Di Cataldo: «Intanto comunque io credo che esista una presunzione di non colpevolezza per la legge italiana. Fintanto che non c’è una sentenza o un giudizio da parte di un giudice non si può essere considerati condannati. Io posso dire che mi ritengo innocente e non ho fatto nulla per far credere agli italiani cose che non vere … Ha la capacità di manipolare la realtà e girare le cose a suo favore».
Per il procurato aborto, il cantante è già stato prosciolto, mentre per i maltrattamenti c’è una richiesta di archiviazione a cui appunto, ieri, si è opposta la donna. Così lui non l’ha perdonata: «Ha distrutto la mia carriera, la mia vita». Pertanto, la battaglia giudiziaria quindi rischia di andare avanti.
All’opposizione della richiesta di archiviazione presentata dall’ex compagna, Di Cataldo ha risposto con un nuovo sollecito: farla incriminare per simulazione di reato e calunnia.
L’avvocato Daniele Bocciolini che assiste il cantante ha depositato quindi una perizia fotografica dove non si esclude il falso. «Non c’è compatibilità tra le tracce ematiche presenti sul volto e le riferite percosse» è stata la conclusione dei due consulenti forensi nominati dalla difesa del cantante. Dalla sequenza cronologica delle foto estratte dal telefonino della signora Millacci risulterebbero, infatti, degli scatti sospetti. Subito dopo l’ora della presunta aggressione il volto era pulito, mentre su delle foto scattate un’ora e mezza dopo inizierebbero a comparire delle macchie di sangue. La sera stessa poi la Millacci, come è stato ricordato in aula, era stata fotografata durante una festa, sorridente e apparentemente priva di segni.
Su quale delle due facce della medaglia sarà scolpita la verità?