La crisi sociale arriva anche nel caldo Salento, precisamente a Lecce. Il comune ha deciso di lanciare una nuova iniziativa, il “Family Day”. L’evento si è svolto il 30 gennaio, per presentare il progetto e per indicare i suoi punti cardine e ha portato numerose famiglie ad affrontare i problemi e a confrontarsi.
L’idea sembra aver colto nel segno, sono bastati dei semplici volantini distribuiti in una scuola a far scattare una cospicua partecipazione da parte delle famiglie. In 327 hanno aderito e sono stati allestiti dei veri e propri laboratori che tratteranno vari temi di educazione socio-affettiva.
I laboratori sono in fase sperimentale e le famiglie partecipanti sono 73, divise in 4 gruppi. Questa è una specie di cura per risollevare gli equilibri di una crisi di coppia o di un rapporto difficile genitore-figlio.
Il vice-sindaco di Lecce, Carmen Tessitore, nonché Assessore ai servizi sociali, ha spiegato come questo sia un periodo molto difficile, scandito da tensioni e crisi economica.
Questo progetto permette alle persone di confrontarsi e di essere ascoltate, elementi come ascolto e comprensione sono sempre ben accetti e soprattutto possono salvare chi vede tutto buio. Su questa tematica è intervenuta anche l’Università degli studi del Salento, precisamente il direttore del Dipartimento di Storia, Società e studi sull’uomo, Vitantonio Di Gioia.
Il direttore loda questa iniziativa, mentre le istituzioni auspicano la possibilità di poter trapiantare questo modello anche altrove, perché il problema non nasce solo in Salento.
Un altro esponente dell’università, il sociologo Luigi Spedicato, ha ricordato che le istituzioni possono intervenire sui problemi, ma non hanno una vera e propria ricetta per la loro soluzione.
L’ascolto, quindi, si presenta come medicina e come unica risposta ai bisogni. “Ascolteremo senza correggere” fa sapere Annarita Chiari della Comunità Emmanuel, che coordinerà i laboratori. Prima però, i partecipanti dovranno “mettere ordine alla valigia del proprio vissuto”.