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“La doppia opportunità” dei ragazzi di “Sii turista della tua città”

Luciana Esposito di Luciana Esposito
18 Marzo, 2015
in Da Sud a Sud, In evidenza
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“La doppia opportunità” dei ragazzi di “Sii turista della tua città”
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10941020_531822736959617_6330290157655816339_n“Sii Turista non è utopia.

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Sii Turista non è parole al vento.

Sii Turista non è una moda da seguire, né un movimento di passaggio per ottenere qualcosa e poi scomparire nel vuoto.

Sii Turista vive nelle vostre parole, nei vostri discorsi che marcano in egual modo la rabbia, l’amore, la ribellione e la consapevolezza….

Sii Turista è lotta d’amore, mai vana, indomabile e inarrestabile nel suo percorso verso una luce così forte, che abbaglierà anche chi aveva smesso di credere alle rinascite.

Affidateci una Sede, per poter esprimere al meglio il potenziale di un movimento che pullula di energia!

ESSERE NAPOLETANO è MERAVIGLIOSO!”

Questo l’appello diramato attraverso la pagina facebook dall’associazione/movimento/anime volenterose ed innamorate che individuano nel desiderio di attivarsi concretamente per migliorare la forma e l’essenza di Napoli, l’unico ed imprescindibile punto d’unione, riconducibili al concept “Sii turista della tua città”.

Una rivendicazione lecita, sensata, legittima, spontanea e che trova in innumerevoli motivazioni nella realtà effettiva, non quella formale, imbrigliata tra cavilli burocratici e scuse incartocciate in farfugliati imbarazzi.

“Coloro che occupano spazi e beni abbandonati, res nullius o res derelictae, vengono considerati dall’ordine costituito pericolosi, da sgomberare, abusivi. Io credo che la storia sia un’altra. Si possono, semmai, considerare abusivi socialmente utili. Ma che significa abusare ? Abusare di un bene abbandonato?

Direi grazie a coloro i quali ne hanno preso cura al posto di chi avrebbe dovuto farlo, soggetto pubblico o privato. L’abuso lo fa chi abbandona, chi omette, chi è inerte, non chi prende cura. La proprietà privata è prevista solo se ha una finalità socialmente utile, altrimenti non ha tutela costituzionale. Allora è bello avere abitanti che scelgono di umanizzare aree esposte all’incuria e al degrado. Cittadini che si allontanano dalla vita e dai luoghi esclusivamente privati per calarsi, individualmente e collettivamente, in un bene comune.

Abitando gli spazi pubblici della nostra città portiamo cultura e sconfiggiamo la mentalità mafiosa dello sfruttamento, dell’oppressione, della mercificazione di ogni cosa e del consumismo universale. Poi ci sono gli abusivi socialmente e politicamente pericolosi. Tra questi anche i parlamentari eletti con una legge dichiarata incostituzionale e che, quindi, sine titulo, siedono, lautamente remunerati, negli scranni del Parlamento e abusano del potere legiferando. Allora se vogliamo dirla tutta nel conflitto tra abusivi mi affascinano di più gli abusivi di strada, i restauratori della Polis, i costruttori di una Comune e di un Comune, quelli che si sporcano le mani, onestamente, per recuperare un senso civico talvolta profondamente smarrito.”

Parla così il sindaco de Magistris, ribattezzato “il Che Guevara napoletano”, esprimendosi in merito alla recente occupazione dell’Opg di Materdei esternando parole che sembrano virtualmente strizzare l’occhio anche ai ragazzi di cui sopra.

In effetti, la mole di spazi pubblici che vige lungo il suolo partenopeo, concorre a rendere Napoli l’unica città al mondo in cui il rapporto tra qualità ed importanza storica del patrimonio culturale e la sua conservazione ed accessibilità da parte dei cittadini è recepito e vissuto come un dramma. Il patrimonio, a Napoli, è diffuso capillarmente: ogni strada del suo gigantesco centro storico, anche la più degradata, è in qualche modo monumentale.

In particolare, l’enorme ‘Napoli sacra’, la cittadella religiosa fatta di chiese, oratori, confraternite, conventi, monasteri, innerva altrettanto capillarmente il corpo di Napoli: e ne è, in qualche modo, l’anima. Un’anima non solo religiosa, ma civile: la Napoli religiosa offre alla Napoli di oggi un’enorme quantità di spazio pubblico di straordinaria qualità.

Molteplici, difatti, sono le chiese plasmate ed adattate ad altro uso.

Troppo comodo e qualunquistico risulta, in verità, ipotizzare che la soluzione più consona al problema avanzato dai ragazzi di “Sii turista della tua città” sia l’assegnazione di un bene pubblico o che addirittura quei ragazzi occupino quattro mura abbandonate a sé stesse per autoassegnarsi una sede.

I ragazzi di “Sii turista della tua città” stanno dispensando un messaggio “pulito”, lungimirante, altamente educativo, capace di smuovere le coscienze e di nutrirle, inculcando principi, valori, ideologie sane, costruttive, dalle quali può rifiorire davvero una napoletanità più genuina.

Se le istituzioni vogliono realmente supportare l’impegno sociale di questi ragazzi e salvaguardare la morale che anima i loro intenti devono assegnare una sede a questi ragazzi. E devono farlo in fretta.

Ma non può e non deve essere una sede qualunque: consegnate ai ragazzi di “Sii turista della tua città” le chiavi di un bene confiscato alla Camorra.

Dimostriamo al mondo intero che a Napoli, dalla feccia e dai veleni che deturpano questa terra, possono germogliare splendidi ed intrepidi fiori.

Questi ragazzi stanno chiedendo un’opportunità, ma, a loro volta, ne stanno consegnando una.

 

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