I genitori difendono i figli, ma è un atteggiamento educativo?
Una scolaresca di Cuneo era in gita a Roma e, tra una visita guidata e un’altra, una sera una classe si è riunita in una camera d’albergo, all’insaputa dei professori, in cui maschi e femmine tra i 15 e i 16 anni hanno iniziato a prendersi gioco di un compagno probabilmente ubriaco.
Prima lo hanno spogliato, poi depilato e poi gli hanno buttato addosso caramelle, filmando il tutto con il cellulare della vittima. Al ritorno nella loro città, tramite Whatsapp il video non ci ha messo molto per arrivare tra le mani di un professore e dei genitori.
La preside, informata dell’accaduto, ha convocato tutta la classe insieme nel suo ufficio, poi di nuovo uno ad uno gli allievi, e ha fatto sospendere 14 ragazzi per un allontanamento scolastico della durata dai 5 ai 15 giorni; gli altri si sono beccati 4 in condotta. La stessa ha giudicato il comportamento dei ragazzi prima e dei genitori poi antieducativo: “Il nodo sta proprio lì. I ragazzi, e alcuni genitori, sono convinti che l’episodio sia riconducibile allo scherzo. Inaccettabile. Siamo dovuti intervenire con fermezza per far capire quali sono i limiti, il rispetto delle norme, il contesto in cui si fanno certe azioni. Si trattava di gita educativa. Dopo i provvedimenti alcuni, figli e genitori, hanno capito la gravità dell’episodio. Molti, ma non tutti”. La dottoressa Germana Muscolo ha sottolineato la gravità della situazione, in quanto i ragazzi sono studenti di un liceo in cui l’ultima sospensione risale a ben otto anni fa.
La reazione scorretta dei genitori a cui la preside si riferisce è quella che li ha portati a fare ricorso davanti alla sospensione dei propri figli e a dichiarare a “La Stampa”: “Macché bullismo. Macché violenze. È stato uno scherzo. Forse pesante, ma uno scherzo. Lo sbaglio è una punizione tanto severa”. E ancora: “Parlo a nome di molte delle mamme, anche se non ho figli al liceo. State raccontando un caso che non esiste. Se c’è qualcosa di grave è che abbiano sospeso quattordici studenti e dato il quattro in condotta a tutti. Non li fanno neppure accedere ai programmi per prepararsi a casa. Significa condannarli ad essere bocciati, a perdere un anno di scuola. Una rovina per molti. Anche in termini economici, con quello che costa oggi frequentare un liceo. E poi vi siete chiesti perché i ragazzi erano soli? Un professore all’ultimo non li ha accompagnati. E come è sempre successo nelle gite hanno approfittato delle ore libere per divertirsi. Nulla di più, nulla di diverso, nulla di grave. Nessuno si è fatto male, nessuno voleva fare del male, ma solo scherzare. Quelle cose cameratesche che si fanno in caserma. Che si sono sempre fatte tra ragazzi. Ripeto: nessun caso di bullismo”.
La preside risponde: “Nessuna marcia indietro, ma i ragazzi avranno tutto il sostegno necessario per superare gli scrutini di giugno”.