È costata la vita ad alcuni miliziani dell’Isis una semplice foto, per essere localizzati e poi colpiti proprio grazie al loro selfie, fatto senza tenere conto delle informazioni che così stavano regalando al nemico.
Era uno dei quartieri generali dello Stato Islamico, distrutto da un raid americano in meno di un giorno, dopo essere stato individuato grazie al selfie su Twitter. Dunque l’Isis colpisce con i social network, e proprio mediante i social network viene colpito.
I servizi di intelligence dell’Us Air Force, basati a Hurlburt Field, in Florida, hanno trovato su Twitter lo scatto di alcuni militanti jihadisti all’interno di una base, durante una ricerca di routine sui militanti dell’Isis sul web. Successivamente sono riusciti a identificare altre immagini degli uomini, alcune delle quali fornivano le informazioni necessarie a localizzare con precisione dove si trovassero. Così, in meno di 24 ore tre missili hanno raso al suolo l’edificio.
A darne notizia, come riporta anche il sito Usa Defense Tech, è stato il generale dell’aeronautica Usa, Hawk Carlise, ben attento però a non svelare il sistema usato dai servizi di intelligence per geolocalizzare la base.
«Dopo che i ragazzi di Hulbert (in Florida, dove ha sede una divisione dei servizi di intelligence militare) hanno individuato il sito, in sole 22 ore siamo stati in grado di distruggerlo», ha spiegato Carlise. L’attacco è stato portato a termine con tre missili.
Carlise ha poi anche accennato al fatto che le informazioni si possono reperire sui «social network, e i forum aperti», senza aggiungere di più. Non è la prima volta tuttavia che emergono dettagli sulle posizioni dei jihadisti; ricordando che nei mesi scorsi il neozelandese M.Taylor, conosciuto anche come Abu Abdul-Rahman aveva ‘twittato’ le sue imprese dalla Siria per 45 volte, dimenticandosi di disattivare il servizio di geolocalizzazione. Un gruppo di intelligence, infatti, lo aveva individuato e aveva pubblicato la sua posizione in rete.
La vulnerabilità informatica sembra essere dunque un problema per lo Stato Islamico. Non a caso qualche mese fa, l’Isis ha emanato un editto con il quale ha vietato ai suoi cittadini e soldati di usare l’iPhone per evitare appunto i problemi di geolocalizzazione legati allo smartphone di Apple.