Il sito dell’ospedale Cardarelli di Napoli è stato hackerato.
Attualmente il sito è in manutenzione ma fino a ieri, tentando di collegarsi alla homepage del nosocomio, si visualizzava al posto della consueta schermata iniziale una schermata completamente nera con un messaggio scritto in contrasto firmato da un hacker o un gruppo di hacker che risponde al nome di M4IW4r3.
Che si tratti di minacce reali o senza seguito è in corso di verifica da parte delle autorità competenti alle quali è stato denunciato il fatto da parte dei dirigenti dell’ospedale.
“Anonymous” – così si firma l’autore del messaggio – denuncia i casi di malasanità verificatisi negli anni al Cardarelli, nonchè la speculazione sulla salute dei pazienti per rimpinguare il tornaconto di medici e dirigenti, le “mazzette” che giravano sottobanco e le infiltrazioni camorristiche nella gestione degli affari dell’ospedale.
Il tutto corredato da espliciti riferimenti ai dieci comandamenti della religione cattolica, nello specifico il quinto, il sesto e il settimo che intimano rispettivamente di non uccidere, non commettere atti impuri e non rubare. Tutte colpe che l’hacker o l’autore del messaggio evidentemente attribuiscono ai dirigenti e ai medici dell’ospedale napoletano.
Il messaggio inoltre precisa: “Siamo nei vostri server e conosciamo tutti i vostri sporchi segreti, metteremo tutto alla luce. Da mail private, numeri telefonici, indirizzi, segreti annotati e confidati”.
Queste parole fanno tornare alla mente il caso del Cablegate del 2010, quando l’organizzazione internazionale Wikileaks fece sapere della diffusione non autorizzata di migliaia di documenti confidenziali incentrati sull’operato del governo e della diplomazia statunitense nel mondo.
Ci troviamo di fronte ad una sorta di Cardarellileaks? Oppure si tratta solo di una forma di protesta attuata con toni e metodi particolarmente intimidatori? Saranno il tempo e le indagini a dare le risposte.