Le mura di Napoli: reperti disseminati lungo la superficie cittadina che tanto narrano e ricordano della storia di Partenope. Quelle mura rappresentavano un circuito difensivo fondamentale per Napoli e per i suoi abitanti. Quelle mura, di cui, oggi, sopravvivono pochi e frammentari resti, abbracciavano un perimetro pari alla grandezza del centro antico, di cui è facile immaginare il percorso seguendo le cortine delle abitazioni.
Le costruzioni militari intraprese in epoca aragonese, regalarono alla città un sistema difensivo moderno e di tutto rispetto: le mura e le torri furono portate più avanti rispetto alle impostazioni antecedenti; nel 1484 Ferrante d’Aragona promosse un ampliamento orientale della cortina difensiva. La città si presentava con un perimetro visibilmente allargato e provvisto di ventidue possenti torri cilindriche: partendo dal forte dello Sperone, al Carmine, proseguiva l’odierno corso Garibaldi combaciandosi con la nuova Porta Capuana; la cinta continuava ad estendersi sull’attuale via Cesare Rosaroll e circondava a nord San Giovanni a Carbonara; rivolta ad occidente, infine, si delineava a Porta San Gennaro.
Una costruzione imponente e perentoria che, oggi, si presenta come una sommessa carcassa sopraffatta da degrado e fatiscenza.
Con un progetto sponsorizzato il Comune, proprio in questi giorni, ha avviato i lavori per il restauro delle due torri aragonesi di via nuova Marina e il settecentesco Guado del Carmine, con l’attigua fontana della Marinella. Tutta l’area sarà, quindi, bonificata e riqualificata.
I lavori di restauro saranno integrati in una più ampia operazione di recupero dell’area, che comprenderà la bonifica delle superfici e dei fossati, e il recupero delle aree erbose. Anche questa iniziativa ricade nel progetto Monumentando, con cui sono già state restaurate, fra gli altri monumenti, la fontana del Carciofo e la fontana Spina Corona; grazie alla sponsorizzazione privata tutti i lavori saranno a spesa zero per il Comune.
Il restauro delle Torre Aragonesi è partito tra degrado e violenza. I bastioni dell’antica cinta muraria, in via Marina, verranno a breve impacchettati da una mega pubblicità e restaurati, ma l’avvio dei lavori è ad alta tensione. Un agente della polizia municipale è stato aggredito con un punteruolo e una forchetta.
In vista dell’avvio dei lavori, l’unità Tutela emergenze sociali e minori della polizia municipale si è recata in via Marina per procedere allo sgombero di alcuni clochard che popolano la zona, diventata famosa proprio per l’invasione di senza fissa dimora, tossicodipendenti, degrado e topi.
Un marocchino di 27 anni, H. E, quando ha visto gli agenti ha reagito. Ha aggredito un capitano della polizia municipale con un punteruolo e una forchetta. Lo ha graffiato e gettato a terra. Nella colluttazione l’agente si è anche fratturato una mano, oltre a riportare ferite da taglio alle braccia e all’addome, medicato in ospedale ha avuto una prognosi di 30 giorni. Il marocchino è stato immobilizzato e arrestato. Ha precedenti per aggressione contro pubblico ufficiale, ma anche per rapina. Le operazioni di sgombero sono andate avanti, nonostante tutto. L’ultimo gruppo di senza fissa dimora ha lasciato l’area. Anche se il vero problema di questo tratto di via Marina, vicinissimo al porto e agli imbarchi dei traghetti, sono i tossicodipendenti. Le torri oggi sono poco più che ruderi ed ecco perché parte il restauro, ma i lavori per riportare il monumento all’antico splendore non bastano.
L’area, che comprende anche la fontana della Marinella nel cosiddetto vado del Carmine, infatti, è una discarica a cielo aperto: bottiglie di plastica, cartoni, coperte, vecchi televisori, abiti abbandonati, topi (vivi e morti) e un tappeto di siringhe. Insomma, il progetto di ripristino delle due torri (la “Spinella” e la “Brava”) deve convivere con uno stato di abbandono e degrado dei luoghi. I lavori di restauro sono a carico di un’azienda privata che, in cambio, esporrà pannelli pubblicitari sulle impalcature. Cosa già avvenuta negli ultimi mesi per il ripristino della Colonna Spezzata a via Caracciolo, della Fontana del Carciofo e di quella della Spinacorona e del Ponte di Chiaia.
I lavori per le Torri Aragonesi prevedono un primo step, in cui vengono montate le impalcature per indagare lo stato di conservazione dei monumenti e le condizioni di staticità. Poi si partirà con la seconda fase, che prevede la realizzazione di un progetto integrato, che comprenderà anche il restauro della fontana della Marinella, la bonifica delle superfici e dei fossati e il recupero dell’area verde.
I tempi stimati per bonifica e restauro dell’area si aggirano intorno ai 24 mesi. Il problema ora sarà tutelare il cantiere e impedire il ritorno di clochard e tossicodipendenti. La ditta che effettuerà i lavori ha garantito una vigilanza fissa al cantiere e la polizia municipale assicura controlli quotidiani.