• Redazione
  • Contatti
  • AD
  • I’m Napolitan
  • Accedi
mercoledì, 29 Ottobre, 2025
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Napolitan - Il nuovo modo di leggere Napoli

Il nuovo modo di leggere napoli

  • News
  • Cronaca
  • Arte & Spettacolo
  • Musica
  • Napolitan by Night
  • Non solo hobby
  • Foto
  • Da Sud a Sud
  • Fratelli d’Italia
  • Fenomeni Virali
  • News
  • Cronaca
  • Arte & Spettacolo
  • Musica
  • Napolitan by Night
  • Non solo hobby
  • Foto
  • Da Sud a Sud
  • Fratelli d’Italia
  • Fenomeni Virali
Napolitan - Il nuovo modo di leggere Napoli
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati

La vendetta del clan D’Amico si sta decidendo in carcere

Luciana Esposito di Luciana Esposito
26 Ottobre, 2015
in Cronaca, In evidenza
0
La vendetta del clan D’Amico si sta decidendo in carcere
Share on FacebookShare on Twitter

uccisa-a-ponticelli-nunzia-damico-sorella-boss-defaultRitornava dal carcere di Caserta, dov’è detenuto suo figlio, era stata a colloquio da lui, la Passillona, alias Nunzia D’Amico, quella mattina del 10 ottobre, inconsapevole del fatto che proprio quell’atto d’amore materno verso un figlio che non vedeva da mesi avrebbe sancito la sua condanna a morte.

ADVERTISEMENT

La soffiata deve essere partita da lì, da quegli irti palazzoni del Rione Conocal che da tempo immemore rappresentano la roccaforte del clan D’Amico, quel clan al capo del quale si era ritrovata proprio Nunzia, dopo il blitz che lo scorso marzo ridimensionò notevolmente l’organizzazione criminale.

Quella mattina, si è presentata un’occasione da non perdere per il clan rivale: la Passillona era uscita di casa e da lì doveva ripassare. Per giunta, in maniera del tutto inconsapevole, la stessa Nunzia ha fornito un assist prezioso ai suoi killer.

Aveva sete, la passillona, ha chiesto un bicchiere d’acqua alla signora che abita nel piano interrato della palazzina in cui viveva, poi ha deciso di intrattenersi ancora lì su quel pianerottolo a fumare una sigaretta con altre persone sopraggiunte. Tra un tiro e l’altro, si consumavano le solite chiacchiere che s’intavolano al cospetto di una madre di ritorno da un colloquio in carcere, scalfite dalle prevedibili domande di prassi: “come sta?”, “che dice?” e all’improvviso sbuca lui: il sicario di Nunzia.

“Passillò”: la chiama per farla voltare, nel pieno rispetto del codice d’onore della camorra, secondo il quale, sparare alle spalle è da “infami”.

Ogni minimo dettaglio lo sancisce: Nunzia D’Amico è stata giustiziata come un vero boss.

La donna non fa in tempo a girarsi che viene subito raggiunta dal primo colpo. Scappa Nunzia, prova a trovare riparo dietro un’auto e mentre si dà alla fuga urla contro il suo killer, intimandogli di togliersi il passamontagna: “Fatti vedere, fatti vedere in faccia”. Urla a più riprese, Nunzia, mentre corre intorno a quell’auto, prima d’essere raggiunta da quella mitragliata di colpi che proprio non poteva lasciarle scampo.

Fino alla fine, Nunzia ha comandato. Ha letteralmente speso fino all’ultimo respiro per impartire ordini. Anche al suo messaggero di morte, perfino a lui.

Una morte che ha sconcertato e segnato profondamente la famiglia D’Amico, soprattutto per la brutalità che ha contraddistinto l’esecuzione. Gli uomini del clan, il figlio, i fratelli, i fedelissimi al “clan di Fraulella” attualmente detenuti in carcere hanno accolto la notizia scatenando reazioni violente e concitate, rendendo necessario il ricovero in infermeria. Sedati, monitorati, tenuti sotto osservazione per lunghe e doloranti ore. Forse anche per evitare comunicazioni di prassi tra gli uomini del clan, volte ad organizzare la controffensiva.

Difatti, tutti si aspettavano che le ore immediatamente successive all’agguato costato la vita alla “Donna Imma Savastano” della “camorra vera”, fossero destinate ad animarsi di sangue, spari, regolamenti di conti. In sintesi, tuti auspicavano che a Ponticelli si sarebbe consumata l’ennesima e sanguinaria faida.

In primis, lo ipotizzavano le forze dell’ordine e le indagini contro il clan De Micco, le pattuglie e i posti di blocco che pullulano tra le strade del quartiere, lo comprovano.

Eppure, tutto tace. E non perché i D’amico abbiano deciso di cedere il passo al clan di Bodo.

La vendetta del clan D’Amico non si sta decidendo tra i bunker del rione Conocal piuttosto che tra le strade del quartiere Ponticelli, ma nelle carceri e il suo stesso esito verrà decretato nelle aule di tribunale.

Difatti, non pochi sono gli escamotage applicati dagli uomini di camorra per evitare le condanne all’ergastolo, attraverso espedienti e strategie processuali formalmente corrette. Negli ultimi anni, sono in tanti ad ammettere le proprie colpe, senza però prendere le distanze dal clan d’appartenenza, quindi, senza offrire alcun contributo in merito ad altri filoni investigativi. I camorristi si pentono senza vestire gli abiti degli infami, in pratica.

Una strategia che raggira la minaccia del carcere a vita, unitamente a quella di scontare pene che non si accumulano, ma che così facendo, si assorbono.

Questo è quanto accaduto ad un killer di Ponticelli, che – stando a un’indagine conoscitiva della Dda di Napoli – è stato capace di trasformare cinque ergastoli in cinque condanne a trent’anni che, in fase di esecuzione, vengono scontate «in continuazione». Tradotto: il boss passerà non più di venti anni in cella. Senza tralasciare, poi, i benefit aggiuntivi assicurati dalla buona condotta e i mille altri artifici che gli abili avvocati assoldati dalla camorra sono in grado di garantire.

Tags: bodocarcereclan d'amicoclan de miccofraulellanapoli estnunzia d'amicopassillonarione conocal
ADVERTISEMENT
Prec.

PREMIO NAPOLI / 61ESIMA EDIZIONE: i vincitori incontrano la città

Succ.

Inaugurato al Centro Campania “Casa Clerici”,il primo ristorante di Antonellina

Può interessarti

Addio a Mimmo Jodice, il fotografo che ha raccontato l’anima di Napoli
Arte & Spettacolo

Addio a Mimmo Jodice, il fotografo che ha raccontato l’anima di Napoli

29 Ottobre, 2025
Mercoledì 31 gennaio: James Senese e Napoli Centrale live recording al teatro Sannazaro
Arte & Spettacolo

VIDEO-Addio a James Senese: il sax che parlava napoletano

29 Ottobre, 2025
Detenuto muore di tubercolosi in carcere a Poggioreale: il caso di Alhagie Konte
Fratelli d'Italia

Detenuto muore di tubercolosi in carcere a Poggioreale: il caso di Alhagie Konte

29 Ottobre, 2025
VIDEO-“No, grazie, il caffè mi rende nervoso”: la scena cult tra James Senese e Lello Arena
Arte & Spettacolo

VIDEO-“No, grazie, il caffè mi rende nervoso”: la scena cult tra James Senese e Lello Arena

29 Ottobre, 2025
Venerdì 4 dicembre: James Senese & Napoli Centrale in concerto al Dejavu’
In evidenza

James Senese: il sax che racconta Napoli e l’anima della musica napoletana

29 Ottobre, 2025
“San Gennaro Day”: Rocco Hunt inviato speciale da New York
Arte & Spettacolo

È morto James Senese, il “nero napoletano” che ha dato un suono alla dignità

29 Ottobre, 2025
Succ.
Inaugurato al Centro Campania “Casa Clerici”,il primo ristorante di Antonellina

Inaugurato al Centro Campania "Casa Clerici",il primo ristorante di Antonellina

Please login to join discussion

Ultimi Articoli

Addio a Mimmo Jodice, il fotografo che ha raccontato l’anima di Napoli

Addio a Mimmo Jodice, il fotografo che ha raccontato l’anima di Napoli

di Redazione Napolitan
29 Ottobre, 2025
0

Si è spento a 91 anni Mimmo Jodice, il grande fotografo napoletano che con la sua arte ha saputo raccontare come...

Il napoletano Nico de Corato completa la sfida “UAE Coast to Coast in Mountain Bike”: da Dubai a Fujairah in un solo giorno

Il napoletano Nico de Corato completa la sfida “UAE Coast to Coast in Mountain Bike”: da Dubai a Fujairah in un solo giorno

di Redazione Napolitan
29 Ottobre, 2025
0

Dopo 6 ore e 30 minuti di pedalata - rispetto alle 8 previste - attraverso gli Emirati Arabi Uniti, l'atleta...

Mercoledì 31 gennaio: James Senese e Napoli Centrale live recording al teatro Sannazaro

VIDEO-Addio a James Senese: il sax che parlava napoletano

di Redazione Napolitan
29 Ottobre, 2025
0

James Senese, il grande sassofonista napoletano, è morto oggi all’età di 80 anni. È deceduto all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove...

Detenuto muore di tubercolosi in carcere a Poggioreale: il caso di Alhagie Konte

Detenuto muore di tubercolosi in carcere a Poggioreale: il caso di Alhagie Konte

di Redazione Napolitan
29 Ottobre, 2025
0

È morto in carcere per tubercolosi Alhagie Konte , un detenuto gambiano di 27 anni recluso presso il reparto Salerno del carcere...

Facebook Twitter Youtube
  • Redazione
  • Contatti
  • Privacy and Cookie Policy
  • AD
Napolitan è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Nola n.° 9 del 23/12/2014. Iscrizione al Registro degli Operatori per la Comunicazione n. 24695

© 2022 Napolitan.it | Tutti i diritti riservati

Bentornato!

Accedi al tuo account

Hai dimenticato la password?

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o email per recuperare la password

Accedi
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • News
  • Cronaca
  • Arte & Spettacolo
  • Musica
  • Napolitan by Night
  • Non solo hobby
  • Foto
  • Da Sud a Sud
  • Fratelli d’Italia
  • Fenomeni Virali

© 2022 Napolitan.it | Tutti i diritti riservati

Vuoi sbloccare questo post?
Contenuti da sbloccare rimanenti. : 0
Sei sicuro che vuoi cancellare questo abbonamento?