La rapina di Ercolano, sfociata nel duplice omicidio dei rapinatori da parte del gioielliere accusato, adesso, di eccesso di legittima difesa, torna al centro dell’attenzione mediatica fornendo nuovi e suggestivi dettagli in merito a un episodio destinato ad essere tramandato ai posteri come uno dei fatti di cronaca più concitati della storia contemporanea.
Dopo le minacce di morte rivolte al gioielliere da parte del fratello di una delle due vittime, maturate nel corso di una videointervista e che hanno costretto l’uomo a trasferirsi in una località segreta, il 60enne Antonio Corvo e la 29enne Addolorata Esposito, sono stati arrestati con l’accusa di concorso in rapina. I fermi, a carico di due persone già note alle forze dell’ordine, sono giunti a chiusura di indagini lampo scaturite dalla rapina finita nel sangue, dopo la reazione della vittima.
Una donna, anche una giovane donna, era coinvolta in quel colpaccio annegato nel sangue dei suoi stessi artefici, concorrendo, con la sua inimmaginabile presenza, a conferire all’intera vicenda una nota ancor più sconcertante e, al contempo, ad affermare l’escalation della figura femminile nell’ambito del mondo della criminalità. Organizzata e “improvvisata”.