Il popolo del web ha simpaticamente condiviso la giornata con il doodle animato di Google che ricorda che oggi cade il 41esimo anniversario del ritrovamento di Lucy.
Ma chi è Lucy?
Seppure l’animazione realizzata da Kevin Laughlin, un illustratore americano di origini guatemalteche, lo lasci dedurre in maniera abbastanza esplicita, è sempre lecito ribadirlo.
Si tratta dell’australopiteco ritrovato il 24 novembre 1974.
Lucy è senz’altro l’ominide più famoso ritrovato finora: resti fossili delle sue ossa vennero trovate in grande quantità, per circa il 40 per cento del suo intero apparato scheletrico, una cosa estremamente rara per i paleoantropologi che sono abituati al ritrovamento di pochi frammenti.
Grazie al ritrovamento di Lucy, vicino al villaggio di Hadar in Etiopia, i ricercatori hanno potuto approfondire le loro conoscenze sulla nostra evoluzione, scoprendo molte cose sulla vita degli ominidi che vissero in Africa tra i 4 e i 3 milioni di anni fa. Lo studio del rapporto tra lunghezza delle braccia e delle gambe permise di scoprire che all’epoca i nostri antenati erano in una fase di piena evoluzione: le gambe iniziavano ad allungarsi, mentre le braccia ad accorciarsi, differenziandosi quindi progressivamente dalle caratteristiche fisiche dei primati.
L’australopiteco Lucy era alto 1,1 metri e pesava circa 29 chilogrammi, aveva un cranio piccolo paragonabile a quello degli attuali scimpanzé, mentre il bacino e le gambe erano più sviluppati e già simili a quelle dell’uomo moderno (assolvevano del resto alle medesime funzioni). Stabilire l’età del fossile fu invece più complicato e non fu possibile collocare in modo preciso Lucy in una linea temporale fino ai primi anni Novanta, quando si concluse che l’ominide visse in Africa intorno ai 3,2 milioni di anni fa.
Perché i ricercatori hanno deciso di chiamarla “Lucy”?
Fu suggerito dal titolo della canzone “Lucy in the Sky with Diamonds”, che veniva riprodotta a ripetizione durante i festeggiamenti per l’importante ritrovamento.