«Napoli, fai attenzione è in corso una guerra. Pericolosa, terribile, che mette in gioco il futuro della città. L’arruolamento dei ragazzi nelle file della malavita organizzata è la guerra di casa nostra, è la sconfitta della nostra comunità locale, è la bandiera a mezz’asta costantemente abbassata sulla nostra storia e sulle nostre conquiste. Le baby-gang, le formazioni giovanili della delinquenza nascono innanzitutto dal disagio precoce che inizia ad aggredire le loro giovani esistenze è come se la vita presentasse ad essi un conto che non sono in grado di pagare. Ma questo conto siamo noi tutti, noi comunità, noi società, noi istituzioni, noi classe dirigente, a doverlo pagare, rendendo loro conto della nostra responsabilità, del nostro dire e soprattutto del nostro non fare. Da Vescovo di questa Chiesa locale mi rivolgo a tutti i responsabili della vita sociale della nostra città: facciamo sistema, facciamo squadra per salvare i nostri giovani».
Un monito perentorio come un allarme e che scuote le coscienze di una intera città. Risuonano così, dure ed efficaci, le parole del cardinale di Napoli, Crescenzio Siepe, pronunciate stamane, nell’ambito della tradizionale cerimonia dell’Immacolata a Piazza del Gesù.
Questo il sentimento portante dell’omelia del cardinale partenopeo: un urlo, accorato e vibrante, volto a smuovere le coscienze della cittadinanza, al cospetto di quella sanguinaria e sfiancante guerra di camorra e contro la camorra che, ormai, da troppo tempo tiene in ostaggio la serenità di questo popolo e di questa terra.
Mentre a Roma, poco dopo le 11 di stamani, papa Francesco ha aperto la Porta Santa a San Pietro dando ufficialmente il via al Giubileo della misericordia. In una capitale blindatissima, tra controlli serrati ed apprensione palpabile, il Papa inneggia al cristianesimo, mentre sul capo di Roma aleggia il palpabile timore insito nel pericolo, effettivo, cruento e temuto, del terrorismo islamico.
In un giorno in cui abbondano le cerimonie religiose, nell’anticamera delle coscienze riecheggia il timore frammisto a quel triste senso di sommessa impotenza che domina la scena al cospetto della violenza criminale che tiene in ostaggio la Pace nel mondo.
Indistintamente, tra i confini delle mura cittadine piuttosto che in ogni angolo della Terra, la sostanza non cambia: che si chiami “camorra” o “terrorismo”, la realtà dei fatti non cambia, in quanto rappresentano due volti della stessa feroce medaglia.