In pochi la conoscono, ma a Napoli in Via dei Tribunali, la Cappella Pontano fiancheggia la chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, costruita per volontà del letterato Giovanni Pontano, da cui prende nome.
Era il 1942 ed il piccolo luogo di culto, fu dedicato su indicazioni di Giovanni, alla Madonna e a San Giovanni Evangelista. Al suo interno fu inserita la tomba della moglie Adriana Sassone e più tardi fu seppellito lo stesso Pontano. Il dolore per la perdita della consorte, si rende ben visibile alle pareti dell’edificio, recanti lapidi con epigrafi in greco e latino. In esse sono infatti sepolti anche i figli del letterato: Francesco, Lucio, Lucia Marzia, e gli amici Pietro Golino e Pietro Compare.
Seppur di incerta attribuzione, si pensa che la Cappella sia stata realizzata o da Giovanni Giocondo o da Francesco di Giorgio Martini. Restaurata poi nel 1759 da Carlo di Borbone e rimaneggiata nel 1792, la facciata in piperno, con lesene e capitelli compositi, è ancora oggi visibile.
Il portone d’ingresso, diviso in rettangoli, reca gli stemmi delle famiglie dei coniugi Pontano e Sassone. La facciata arricchita da lapidi, riporta ben 12 pensieri dello stesso Giovanni.
Percorrendo la Cappella votiva al suo interno, una volta a botte ed un pavimento maiolicato a forme esagonali, recano decorazioni con ritratti, stemmi, iscrizioni e figure allegoriche. Lascia invece a bocca aperta l’altare sormontato da un affresco raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, realizzato tra il XV e il XVI secolo. Il visitatore partenopeo che intende scoprire un piccolo gioiello nel cuore di Napoli, può spingersi a visitarla, imparando qualcosa in più di un noto umanista e politico italiano.