Il controllo del traffico di droga: questa una delle motivazioni più forti alla base delle varie faide di camorra che insanguinano ben quattro zone diverse della città. Il che, tradotto in termini numerici, equivale a dire che almeno otto clan – senza contare le annesse alleanze – sono impegnati in una sanguinosa guerra che tiene in ostaggio il centro storico, il Rione Traiano, la periferia a Nord di Napoli e Napoli est.
In queste ultime due porzioni di periferia, nel corso delle ultime ore, due arresti legati al traffico di stupefacenti, sottolineano la fitta compenetrazione del suddetto business tra le pieghe del tessuto sociale cittadino.
Piazze di spaccio improvvisate tra le mura domestiche con una disinvoltura che sottolinea una sicura padronanza del sistema criminale nelle cosiddette “terre di nessuno”.
Gli agenti del Commissariato di Polizia San Giovanni Barra hanno arrestato Antonio Graziano, 39enne napoletano, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e evasione dagli arresti domiciliari.
I poliziotti, in seguito ad accurate indagini hanno fatto irruzione all’interno di uno stabile in Via Pazzigno, – strada poco distante dalla stazione di San Giovanni a Teduccio che costeggia la ben più nota via Ponte dei Francesi – dove era in corso lo spaccio di sostanza stupefacente da parte dell’uomo che, accortosi della polizia, abbandonava la droga che stava vendendo per raggiungere immediatamente la sua abitazione.
Gli agenti prontamente intervenuti hanno recuperato 45 dosi di eroina. L’uomo è stato poi condotto al carcere di Poggioreale.
Destino analogo per il 21enne Andrea Bruno, arrestato per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
I poliziotti in seguito ad accurate indagini, sono intervenuti presso l’abitazione del giovane in via Abate Alferio, – nel quartiere Secondigliano – dove hanno rinvenuto e sequestrato all’interno dell’armadio della sua camera da letto 50 dosi di cocaina, 47 dosi di marijuana e 3 dosi di hashish ed un bilancino di precisione.
Due “pesci piccoli” appartenenti a quella fitta e prolifera rete criminale della quale rappresentano l’anello terminale, mentre ai vertici di quella pericolosa piramide si continua a sparare per stabilire a chi spetta sedere in cabina di regia.