Notte di sangue nel cuore della “Napoli bene”, ovvero lungo i chiassosi vicoli del quartiere Chiaia, dimora dei cosiddetti “baretti di San Pasquale”, ovvero, una carrellata di lounge bar e localini che si susseguono lungo i vicoli che si diramano dalla chiesa di San Pasquale e che rappresentano uno dei più consolidati punti di riferimento della Napoli by night.
Stanotte, però, in via Bisignano, la serata è andata incontro a un epilogo diverso rispetto a quello che contraddistingue le scanzonate note del puro divertimento. Un giovane è stato accoltellato all’addome intorno all’1.30 al culmine di una lite scaturita con un “rivale in amore”.
Il movente dell’aggressione, infatti, è di natura passionale. Al centro della vicenda c’è una donna, attuale fidanzata dell’accoltellatore, che precedentemente aveva una relazione con il giovane trafitto dal coltello. Il 23enne, originario di San Giorgio a Cremano, è stato colpito all’addome ed ha riportato lesioni agli organi interni che hanno reso necessaria un’operazione d’urgenza, subito dopo il suo trasporto presso l’ospedale Loreto Mare.
Così, lungo le strade della movida napoletana è andata in scena la versione più moderna e violenta di “iss’, ess’ e ‘o malamente”.
La vittima, trasportata in ospedale da alcuni amici, è ora in prognosi riservata e, come da protocollo, i sanitari non si pronunciano sulle sue condizioni cliniche sebbene si possa contare sul buon esito dell’operazione volta a scongiurare emorragie dovute alla profondità del taglio riportato.
In quella manciata di minuti durante i quali si è consumato il raid brutale messo in atto con una coltellata secca e decisa, la gente nei vicoletti è scappata, qualcuno ha urlato e la vittima ha tentato di difendersi, ma una volta trafitto, si è accasciato subito a terra, in una pozza di sangue. L’aggressore è scappato, ma la fuga per Emanuele Colurcio, 21enne originario di Pollena Trocchia è durata poco. Il giovane è stato condotto presso la Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale perché ritenuto responsabile di tentato omicidio per aver accoltellato all’addome il 23enne di San Giorgio a Cremano.
Le indagini lampo degli investigatori in seno all’Upg, rese possibili dal modulo operativo ‘’Movida’’ che si avvale della permanenza stazionaria di volanti della polizia nei punti caldi della vita notturna, hanno ricostruito minuto per minuto l’accaduto e confermato la rivalità in amore tra i due, entrambi già noti per alcuni precedenti di polizia.
Una vicenda che rilancia diverse problematiche tutt’altro che trascurabili: quella della sicurezza nell’ambito della movida cittadina, in primis. Una questione, quest’ultima, sempre più spesso denunciata dagli abitanti del quartiere Chiaia e non solo. Il pericoloso mix di micro e microcriminalità tende d innalzare in maniera esponenziale il livello di allerta ed apprensione tra la gente comune che varrebbe, semplicemente, concedersi boccate di rigenerante spensieratezza, al culmine di una giornata, di un settimana satura di stress e fatiche, senza imbattersi in situazioni rischiose, pericolose, violente. E l’episodio maturato stanotte risuona come un allarme che esige e rivendica attenzione.
E, soprattutto, c’è il “problema-giovani” che ancor più reclama una menzione particolare. La disinvoltura con la quale ragazzi sempre più giovani dimostrano di sapere e volere impugnare le armi per risolvere questioni in sospeso, acredini, dissapori, diverbi e litigi, non può essere trascurata né sottovalutata.
L’escalation di violenza generata da mani sempre più giovani e sfrontate, rappresenta il problema sociale più allarmante che tiene in ostaggio il quieto vivere partenopeo e la “paranza dei bimbi”, in tale ottica, costituisce il volto più topico ed emblematico della questione.