Il verdetto atteso da quella tragica sera di luglio, perché stimato essere un elemento cruciale volto a far luce su una vicenda agghiacciante è finalmente giunto: non c’è traccia di sostanze stupefacenti nel sangue di Aniello Mormile, il dj napoletano che nel bel mezzo della tangenziale effettuò un’inversione ad “U” uccidendo Livia Barbato, la sua ragazza ed Aniello Miranda, l’uomo che percorreva la tangenziale nella giusta direzione e non riuscì ad evitare lo scontro frontale con l’auto guidata dal giovane.
Quindi, l’esame tossicologico ha rivelato che il dj non aveva assunto nessuna droga, nemmeno nei giorni che precedettero quella notte di follia.
Quella sera, dunque, Aniello Mormile, aveva solo alzato un po’ il gomito, ma per uno abituato a bere alcolici non significa perdere del tutto la lucidità.
Le conclusioni della perizia tossicologica sembrano escludere che il giovane indagato avesse involontariamente eseguito la manovra a U in tangenziale guidando contromano a fari spenti fino al tragico impatto. La consulenza conferma quel che era emerso dalle testimonianze dei primi soccorritori e in parte dello stesso Mormile che, interrogato dai pm, tacendo sempre sul movente di quel folle gesto, ricordò di aver bevuto quella sera come accadeva quando trascorreva la sera nei locali. Nel suo sangue, la notte dell’incidente, c’erano 2,13 g/l di alcol. Sulla stessa lunghezza d’onda il racconto della dottoressa del 118 che ha ricordato di aver parlato con Mormile il quale le chiese di preoccuparsi della sua fidanzata, indicando anche il nome e cognome della ragazza.
Ora che anche questa perizia è depositata, l’inchiesta sulla manovra killer che la notte tra il 24 e il 25 luglio scorso sortì due morti sul tratto della tangenziale tra Agnano e Fuorigrotta, si avvia alla conclusione.