Lo scorso mercoledì sera, nel corso del turno infrasettimanale del campionato di calcio di massima serie, allo stadio Olimpico di Roma, palcoscenico del big match Lazio-Napoli, per merito della tifoseria di casa, hanno avuto luogo le peggiori scene rilevabili in ambito sportivo.
Cori razzisti rivolti al calciatore partenopeo Koulibaly, “i soliti cori” densi di discriminazione territoriale rivolti alla tifoseria ospite: neanche la minaccia da parte del direttore di gara di sospendere la partita, laddove i tifosi biancocelesti avessero perseverato nel manifestare quell’incresciosa condotta, è valsa a placare quella pioggia di cori tutt’altro che consona ai valori etici e morali che dovrebbero sempre dominare la scena sportiva.
Una condotta che costerà la chiusura della curva laziale per due turni, in virtù del provvedimento reso noto ieri dal giudice sportivo.
Tuttavia, quello stesso stadio Olimpico, quella stessa sera, ha consegnato a quel calcio sempre più cinico e “manageriale” una delle immagini più belle da documentare.
Un bambino che piange le lacrime più gioiose che possono segnare l’innocenza di quel volto. Quelle che suggellano la realizzazione di un sogno.
Entrare in campo tenendo per mano il calciatore più forte del campionato: Gonzalo Higuain. Il sogno ad occhi aperti coltivati dalla stragrande maggioranza dei bambini italiani e non solo. E quelle lacrime certificano e comprovano la magnificenza del momento vissuto dagli azzurri.
Il Napoli, attraverso i suoi eroi e le loro gesta, sta facendo sognare migliaia di bambini e questo rappresenta uno dei meriti più edificanti attribuibili a questa squadra. Capace perfino di scalfire un attimo di spontanea felicità così magico in una notte incupita dalle brutture di cui solo “certi adulti” sanno rendersi protagonisti.
Foto: Repubblica