Una morte prematura è sempre un evento triste e straziante. Quando, poi, le circostanze che portano al decesso sono imputabili a malattie rare capaci di colpire l’opinione pubblica ed innescare autentiche maratone di solidarietà e la tragedia diventa quindi partecipata, il dolore assume delle sfumature diverse e finanche più strazianti.
La storia del piccolo Vincenzo viaggia proprio lungo questi binari. Vincenzo, originario di Torre del Greco, è nato con un cuore malato, munto di un solo ventricolo che lo aveva costretto a fare la spola tra gli ospedali di mezza Italia privandolo delle gioie che spettano di diritto a tutti i bambini del mondo. Ieri pomeriggio quel cuore si è spento, lasciando calare il sipario sulle speranze dei familiari e di tutti coloro che hanno supportato la battaglia che ha animato la fugace vita del giovane.
Vincenzo aveva appena 13 anni, ma lottava come un “grande”. Sognava di diventare uno chef, ma non ha fatto i conti con il suo cuore. Aveva già subito due interventi a cuore aperto, il primo a soli 18 mesi. Soltanto un trapianto poteva correggere la sua cardiopatia congenita complessa: per far funzionare a dovere quel cuore malandato – la sentenza dei medici – erano indispensabili cure costose.
E così, per raccogliere la cifra necessaria a dare un futuro al ragazzino di via Litoranea, mamma Carmela si era rimboccata le maniche e aveva lanciato un appello: “Aiutatemi a salvarlo”. In città era subito partita una gara di solidarietà dal nome emblematico: “Un cuore per Vincenzo”. Imprenditori, studenti e associazioni si erano mobilitate. I soldi erano arrivati: tutti avevano contribuito a finanziare le speranze della famiglia Marra. Speranze che però si sono spente alle 18.45 di ieri. Centinaia i messaggi di cordoglio sul web da parte di coloro che, fino all’ultimo battito di quel cuore flebile e speciale, avevano sperato in un lieto fine.