Mai stanco di ascoltare problemi, disagi e drammi di questo popolo.
Ogni volta che gli viene consegnato quell’accorato monito: “Miettec’ a mana toja!”, quella mano non la tira mai indietro.
Emblema della storia e della tradizione, sana e conservativa, di questa terra.
Un cero acceso non gli manca mai ed ogni cero corrisponde alla speranza di una vita migliore.
L’unica entità realmente ed insindacabilmente rispettata ed amata dai napoletani, da tutti i napoletani, perché quello è il volto al quale i napoletani, tutti i napoletani, indirizzano lo sguardo quando hanno bisogno di conforto.
Il simbolo della napoletanità più autorevole e celebre al mondo, capace di contraddire il luogo comune che vuole che questo sia un popolo di sfaticati, perché è l’unico santo che compie miracoli “visibili” almeno tre volte all’anno, eppure l’umanità non comprende che il miracolo più significativo va ricercato in quel sentimento di genuino amore impresso nei cuori del popolo e che lega il santo al popolo in maniera eterna, totalizzante ed indissolubile.
L’indiscusso ed eterno Re di Napoli che protegge e veglia su questo popolo e che talvolta riesce a rendere talmente forte la sua presenza da diventare quasi visibile.
Questo è San Gennaro per i napoletani.
E per questo motivo, sabato 5 marzo, al cospetto dell’imminente minaccia che incombe su quel bene imprescindibile, i napoletani si mobiliteranno.
Nel quasi silenzio dei media, il Ministro Angelino Alfano, si appresta a compiere un autentico sopruso ai danni del popolo napoletano.
La Deputazione di San Gennaro, – si legge nella nota diramata dagli organizzatori dell’evento Giù le mani da San Gennaro – Mobilitazione in difesa della nostra identità – l’organo LAICO che da mezzo millennio si prende cura del Santo per conto dei napoletani, sta per essere scalzata dalla Curia e dal Cardinale Crescenzio Sepe.
Che cosa vuol dire questo?
Essenzialmente tre cose:
1) Che la Curia e quindi il Vaticano, metteranno le mani sul Tesoro più prezioso al mondo, quello che di gran lunga batte il tesoro della regina d’Inghilterra e dello Zar di Russia e che fino a questo momento è stato DI PROPRIETA’ DI TUTTI I NAPOLETANI. Già una volta il Vaticano aveva provato a mettere le mani sul tesoro. Durante la seconda guerra mondiale il Tesoro di San Gennaro fu spostato in Vaticano per preservarlo da bombardamenti e trafugazioni. Finita la guerra, però, il Vaticano non volle in nessun modo restituirlo alla città di Napoli. Fu solo grazie all’intervento di Giuseppe Navarra, meglio noto come ‘o Rre ‘e Puceriale, che il Tesoro tornò a Napoli. Autorizzato dall’Arcivescovo di Napoli ‘o Rre si recò a Roma dove prelevò con le sue mani l’intero tesoro per riconsegnarlo, al termine della spedizione, alla città.
2) Che la nostra identità, la nostra straordinaria indipendenza culturale, verrebbero depauperate, noi stessi in quanto proprietari del Tesoro ne saremmo impoveriti moralmente oltre che materialmente.
3) Che rinunciamo a una parte consistente e gloriosa della nostra Storia, 5 secoli in cui abbiamo dimostrato di poter fare a meno del potere di Roma. Troviamo veramente vergognoso tutto questo. Crediamo sia giunto il momento di dire basta all’incessante sottrazione delle nostre ricchezze. Ancora una volta, lo Stato italiano, non tenendo minimamente in considerazione la storia di questa città di cui ignora tutto, ci impone un provvedimento che cancella la nostra identità. Per questo motivo intendiamo procedere con un’azione dimostrativa nella Cappella di San Gennaro.
PROGRAMMA:
ore 15.00: Appuntamento sul Piazzale del Duomo (Via Duomo) ore 15.30: Entreremo in Cattedrale e andremo ad apporre dei fiocchi bianchi (come quello sventolato dal membro della deputazione quando annuncia al popolo che il miracolo è avvenuto) sul cancello di Cosimo Fanzago per ribadire ancora una volta che San Gennaro è dei napoletani e non si tocca.
Invitiamo pertanto TUTTI i napoletani a partecipare a questa mobilitazione per dire NO a questo vergognoso tentativo di espropriazione. È giunto il momento di essere compatti e di proteggere per una volta colui che ci protegge da secoli: il nostro San Gennaro. Fratelli napoletani questo è un appello all’unità: dimostriamo con che oggi, come abbiamo già fatto in passato, difendiamo la città.