La Biblioteca dei Girolamini di Napoli sarà riaperta al pubblico gradualmente dopo il saccheggio subito nel 2012.Lo ha annunciato il direttore generale per le biblioteche e gli archivi Rosanna Rummo durante la conferenza stampa di presentazione delle Giornate Fai di Primavera.
La Biblioteca aprirà al pubblico il 19 e 20 marzo in occasione delle Giornate Fai e successivamente accoglierà i vistatori una volta al mese. Per la storica biblioteca frequentata da Giambattista Vico, ancora sotto sequestro, sarà la seconda riapertura straordinaria dopo quella dello scorso ottobre.Uno spiraglio di luce in questa tristissima vicenda che vede finalmente restituita ai napoletani e al mondo un vero e proprio gioiello, anche se non sarà ancora possibile la consultazione dei volumi in essa custoditi,in attesa della cura definitiva ovvero il loro restauro,il riordino e la catalogazione.
La Biblioteca dei Girolamini di Napoli è una biblioteca specializzata in Teologia cristiana, Filosofia,Musica sacra e Storia generale dell’Europa.Ospitata nell’Oratorio dei Girolamini, contrariamente agli usi degli ordini monastici che non ammettevano il pubblico nelle loro biblioteche, l’Istituto dal 1586 fu aperto a tutti.
La Biblioteca è una delle più ricche del Mezzogiorno e la più antica tra quelle napoletane.Curata dal Ministero per i beni e le attività culturali, è ubicata in quattro stupende sale settecentesche e due moderne dello straordinario complesso monumentale dei Girolamini. Ha un patrimonio librario di circa 159.000 unità tra volumi ed opuscoli, tra i quali 5.000 edizioni del Cinquecento, 120 incunabili, 10.000 edizioni rare e di pregio.
Tra il giugno 2011 e l’aprile 2012 la Biblioteca è stata oggetto di una vera e propria razzia.Ammontano a circa 4mila i volumi rarissimi portati via dalla biblioteca dall’ex direttore del complesso, Marino Massimo De Caro con la complicità dell’ex conservatore della biblioteca, don Sandro Marsano.In questi giorni la Corte dei conti di Roma ha respinto l’appello dell’ex direttore del complesso,confermando la sentenza di primo grado che lo ha condannato al pagamento di 19,4 milioni di euro.Per il collegio presieduto da Nicola Leone a tanto ammontano infatti i danni al monumento nazionale degli ex Padri Filippini. Nel processo penale De Caro è stato condannato in via definitiva a 7 anni,insieme a lui anche gli altri 5 imputati sono stati riconosciuti colpevoli di peculato.Ma è in corso anche un altro procedimento a carico di 14 persone che rispondono a vario titolo di associazione a delinquere,devastazione e saccheggio.