Niente condanna per un uomo di 69 anni, che era stato rinviato a giudizio perché, «dopo aver estratto il proprio membro», praticava «l’autoerotismo» davanti alle studentesse universitarie. In primo e secondo grado, era stato condannato a tre mesi di reclusione convertiti ad oggi in una multa di 3420 euro.
E’ questa la conseguenza pratica della depenalizzazione di alcuni reati introdotta dal dlgs n.8 del 2015, tra i quali rientrano appunto gli atti osceni ad eccezione di quelli commessi nei luoghi frequentati da minori. A beneficiare della ‘sanatoria’ e’ stato, in questo caso, un 69enne di Catania che ha ottenuto dalla Cassazione, alla quale e’ toccato il compito di applicare la riforma, il beneficio dell’annullamento senza rinvio della condanna “perche’ il fatto non e’ previsto dalla legge come reato”.
L’uomo era stato rinviato a giudizio perché, verso le diciotto e trenta del pomeriggio del sette dicembre di qualche anno fa praticava “l’autoerotismo al passaggio” delle studentesse che frequentavano la cittadella universitaria. Proprio questo particolare aveva portato i giudici a non tener conto della “giustificazione” avanzata dall’imputato che sosteneva che si era trattato di un fatto «occasionale», del quale nessuno si era nemmeno accorto «per la ridotta visibilità del tramonto». Anche se in primo e secondo grado, gli erano spettati tre mesi di reclusione, ora gli effetti penali scompaiono, sostituiti da una semplice multa.
«Non sarà più reato, ma rimane una forma di violenza sessuale», questo il commento di una giovane donna, vittima di un caso analogo. Ad ogni modo, bisogna ricordare che gli atti osceni rimangono reati penali se compiuti davanti a un minore, per i quali un episodio come quello successo a Catania potrebbe rappresentare un vero trauma, di quelli che segnano per tutta la vita.