Dj Fabo è in Svizzera per il suicidio assistito. ‘Sta facendo le visite mediche previste dai protocolli. Ma potrebbe ancora cambiare idea’, dice all’ANSA Filomena Gallo dell’Associazione Coscioni. Ad annunciare la decisione del 39enne, tetraplegico e cieco in seguito ad un grave incidente stradale, è stato Marco Cappato: ‘Mi ha chiesto di accompagnarlo in Svizzera. Ho detto di sì. #FaboLibero – in Svizzera’, ha scritto su Facebook. Due giorni fa, dopo il terzo rinvio per il ddl sul biotestamento, Dj Fabo (Fabiano Antoniani) aveva lanciato un appello al presidente della Repubblica a intervenire per ‘sbloccare l’impasse voluto dai parlamentari’.
Da quasi tre anni Fabiano Antoniani “è immerso in una notte senza fine”. Ora vuole solo morire, come ha detto lui stesso nell’appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per questo se n’è andato in Svizzera, dove, sostenuto dalla fidanzata Valeria e dall’Associazione Luca Coscioni, ha avviato l’iter per il suicidio assistito.
Per Fabiano, la vita si è spezzata le notte del 13 giugno 2014, quando rimase vittima di un terribile incidente stradale: di ritorno da un locale del dj set milanese, per chinarsi a raccogliere il cellulare che gli era sfuggito di mano sbandò e la sua vettura impattò contro un’altra che procedeva sulla corsia d’emergenza. Fu sbalzato fuori dall’abitacolo e da lì ebbe inizio il suo calvario.
Per un ragazzo vivace e un po’ ribelle diventare cieco e tetraplegico è stato come restare per sempre intrappolato in quella notte. Prima di sfondare come dj, Fabo era stato broker e assicuratore, ma la passione più grande è sempre stata la musica, suonare per gli altri lo rendeva felice. Il successo arriva in India, dove si era trasferito insieme a Valeria. Qui le cose iniziano a girare, in poco tempo riceve inviti dai locali dell’intero subcontinente.
Sono ricordi che ormai appartengono a un’altra vita. Perché oggi Fabo – come scriveva il Corriere qualche settimana fa– non riesce neanche più ad ascoltarla la musica, perché lo fa commuovere troppo. Negli ultimi due anni porta avanti la sua battaglia per legalizzare l’eutanasia anche nel nostro Paese.
“Non ho perso subito la speranza – racconta – ho provato a curarmi anche sperimentando nuove terapie, purtroppo senza risultati. Mi sento in gabbia: non sono depresso, ma non vedo e non mi muovo. Sono bloccato a letto”.
La storia di Dj Fabo (questo il suo nome d’arte) è conosciuta al grande pubblico: di recente le Iene gli hanno dedicato un servizio, su Twitter esiste un hashtag collegato al suo nome, il suo profilo Facebook è seguito da più di mille persone. Fabo, meno di un mese fa, ha duramente criticato la decisione del Parlamento di rinviare la discussione sul testamento biologico: “E’ scandaloso che un gruppo di parlamentari non abbia il coraggio di prendere la situazione in mano per tanti cittadini che vivono come me”.
“Vorrei poter scegliere di morire senza soffrire”, diceva dj Fabo nell’appello rivolto al Presidente della Repubblica perché intervenisse presso il Parlamento per far approvare al più presto la legge sul testamento biologico e il fine vita. Un desiderio che in Italia non può realizzare e che lo ha spinto a recarsi in Svizzera per trovare la fine alle sue sofferenze.