Milazzo, 2 luglio 1990 – Giustiziato come un boss, con tre colpi di pistola al torace, riverso in una pozza di sangue: è morto così Giuseppe Sottile, tredicenne studente di terza media.
Un agguato in piena regola, portato a termine da due o tre sicari. Un inferno di fuoco ha investito Giuseppe e suo padre mentre rincasavano. Doveva essere il padre, Felice Sottile, 34 anni, pluripregiudicato, la vittima predestinata, ma i killer non hanno avuto pietà nemmeno per il ragazzo. Lo hanno ucciso con fredda determinazione, forse per tappargli la bocca, per togliere di mezzo un pericoloso testimone che avrebbe potuto riconoscerli e denunciarli. Giuseppe Sottile era un bel ragazzo, alto, mostrava più dei suoi tredici anni.
Felice Sottile fu arrestato l’anno rima, insieme ad altre sei persone per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Era in libertà provvisoria, doveva periodicamente presentarsi ai carabinieri. L’agguato è scattato qualche minuto dopo la mezzanotte. La famiglia Sottile (composta da padre, madre e tre figli) aveva trascorso la serata a Fiumarella, una località di villeggiatura a poca distanza da Milazzo. Una serata tranquilla: la passeggiata, una pizza e poi il ritorno a casa. L’abitazione dei Sottile si trovava alla periferia di Milazzo, una costruzione a piano terra, ancora incompleta, circondata dalla campagna. La madre, Patrizia Vitale, 33 anni, e le due figlie più piccole, Marika di dieci anni e Tania di 6, scendono per prime dalla macchina e si dirigono verso la porta di casa. Giuseppe e il padre si attardano, posteggiano l’auto nel garage, poi, anche loro si dirigono verso casa. Dinanzi alla porta, protetti dall’oscurità sono appostati i killer. Armati di pistole fanno partire un gran numero di colpi. Giuseppe viene raggiunto al torace e allo stomaco, il padre alla spalla sinistra e alla schiena. Entrambi si accasciano a terra. I killer, convinti di avere compiuto la loro missione di morte si allontanano indisturbati. La madre del ragazzo, richiamata dagli spari, fa appena in tempo a scorgere la macchina dei sicari che si allontana a tutto gas. Si precipita per portare soccorso al figlio e al marito. Ma per Giuseppe non c’è nulla da fare. Felice Sottile viene invece accompagnato con un’ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Milazzo. E’ in stato di choc, ha perso molto sangue, i medici si riservano la prognosi. Scattano le indagini. «Difficilissime», tengono a precisare gli investigatori.