11 luglio 1992, Villa di Briano (Caserta) – Doveva essere un regolamento di conti, invece si è tramutata in una strage, con spari tra la folla che tornava dalla messa.
Nell’agguato a Cecoro Nicola restano colpiti a morte anche Sapio Luigi 88 anni e Campaniello Egidio, 67 anni.
Luigi, dopo una vita trascorsa a lavorare tra cantieri e campi, camminava accanto all’unico amico che gli era rimasto dopo la morte della moglie, il solo con cui dividesse le interminabili giornate di un paesino di provincia soffocato dal cemento e ingoiato ormai dalle fauci della camorra casertana. Egidio Campaniello, con i suoi 67 anni, sembrava quasi un ragazzino in confronto a don Luigi, ma era vedovo e pensionato come lui. E ciò bastava a tenere in piedi un’amicizia fatta di chiacchiere al bar, qualche partita a carte e la messa ogni domenica.
Quella mattina, un commando di killer a caccia di un boss ha cancellato quel poco di vita che rimaneva da spendere a due anziani innocenti.
Travolti da quella cascata di proiettili, all’uscita dalla chiesa di Sant’ Agata, a Villa di Briano, un comune di tremila anime perso nell’ agro aversano: sono morti così, insieme, quei due amici inseparabili, nell’ultimo tratto di vita e perfino nell’andare incontro alla morte.
Reale obiettivo del raid, Nicola Cecoro, 46 anni, uno fra gli ultimi “sopravvissuti” della camorra perdente, quella che aveva osato sfidare Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, l’erede dell’impero malavitoso costruito da Antonio Bardellino.
Gli assassini lo hanno freddato mentre era al volante della sua Fiat Regata. Fra i tanti proiettili esplosi, uno ha colpito Luigi Sapio nell’occhio sinistro attraversandogli il cervello. Un altro ha raggiunto Egidio Campaniello al ginocchio. Ma non è questo che l’ha ucciso. Il povero pensionato, infatti, è stato travolto dall’ auto di Nicola Cecoro, che tentava inutilmente di sfuggire alla pioggia di piombo: il corpo dell’anziano passante è stato trascinato per qualche metro ed è poi rimasto schiacciato fra il muso della vettura e un palo della luce.
Le ultime munizioni, i killer le hanno impiegate per finire il boss nemico, già accasciato sul volante della Regata schiantatasi contro un muro.
Egidio Campaniello sorregge Luigi Sapio, che trascina a fatica i piedi coperti da un paio di pantofole. Entrambi hanno appena finito di assistere alla messa. Sono usciti un po’ prima degli altri per evitare di rimanere stretti nella calca, giusto il tempo di guadagnare un centinaio di metri sulla folla che ora abbandona la chiesa. All’ improvviso, però, nella piccola piazza si scatena l’ inferno. Una vettura e una moto affiancano la Regata di Nicola Cecoro e la stringono in una morsa di fuoco: i proiettili volano ovunque, la gente scappa terrorizzata, gli unici che non riescono a mettersi in salvo sono i due pensionati. Muoiono accanto a un uomo che nemmeno conoscono.