95 miliardi complessivi stanziati per investimenti strutturali nel Mezzogiorno: una scelta storica. Con il decreto “Resto al Sud” vengono istituite le Zone Economiche Speciali (ZES) che permetteranno al Porto di Napoli di attrarre nuovi capitali potendo offrire una consistente riduzione sia della burocrazia che delle imposte. I ragazzi under 35 potranno godere del piano che prevede 1.250 milioni di euro di investimenti per la creazione di imprese e altre risorse utili a creare posti di lavoro.
Con il voto della Camera è diventato legge il decreto Mezzogiorno, il quale contiene misure finalizzate a favorire la crescita economica ed occupazionale nelle regioni del Sud.
4 sono le priorità:
- l’introduzione di nuovi strumenti per incentivare i giovani imprenditori e per il sostegno alla nascita e alla crescita di imprese;
- l’individuazione di aree geografiche (ZES) dove favorire l’insediamento agevolato di imprese;
- la semplificazione e la velocizzazione di taluni procedimenti amministrativi, con particolare riguardo alla realizzazione di investimenti e all’operatività degli enti territoriali;
- il sostegno alla formazione, all’occupazione e alla riduzione delle situazioni di disagio sociale.
Giovani e nuove imprese – Gli interventi in favore dei giovani e per la nascita di nuove imprese si articolano intorno a 2 importanti interventi.
Resto al sud: misure per favorire la permanenza nel mezzogiorno di giovani imprenditori, di età compresa fra 18 e 35 anni, che non dispongono di mezzi propri per avviare un’attività produttiva. Sostegno alla creazione di una nuova attività imprenditoriale nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’industria, della pesca e dell’acquacoltura, o relativa alla fornitura di servizi (ivi compresi quelli turistici), che prevede in favore del giovane imprenditore una dotazione di 50.000 euro, di cui il 35% a fondo perduto, a copertura dell’intero investimento e del capitale circolante, con esclusione delle spese per la progettazione e quelle per il personale (per le società con più soci fino a 200 mila euro).
Il secondo prevede, invece, una procedura sperimentale per l’individuazione delle terre abbandonate e incolte e di beni immobili in stato di abbandono che possono essere concesse, per la durata i nove anni rinnovabili una volta, ai giovani per rafforzare le loro opportunità occupazionali e di reddito. Tra le aree considerate abbandonate o incolte figurano le aree edificate ad uso industriale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo, che risultino in stato di abbandono da almeno quindici anni.
ZES (Zone Economiche Speciali) – Si tratta dell’istituzione di aree geograficamente delimitate all’interno delle quali sono riconosciute, alle imprese che vi si insediano, condizioni favorevoli in termini economici, finanziari ed amministrativi. Secondo quanto previsto nell’articolato, le Zes si concentreranno nelle aree portuali e nelle aree ad esse economicamente collegate. Le regioni che non posseggono aree portuali aventi tali caratteristiche, possono presentare istanza di istituzione di ZES solo in forma associativa, qualora contigue, o in associazione con un’area portuale avente le caratteristiche. Le ZES saranno attivate su richiesta delle regioni meridionali interessate, previo adeguato progetto di sviluppo, e queste ultime saranno pienamente coinvolte nel loro processo di istituzione e nella loro governance.
Semplificazione e velocizzazione dei procedimenti amministrativi- Altro punto centrale del provvedimento sono le semplificazioni, finalizzate all’accelerazione degli investimenti pubblici e privati e la realizzazione di interventi programmati nelle aree del Mezzogiorno.
Una seconda misura promuove una più celere individuazione da parte della Presidenza del Consiglio dei grandi progetti ed investimenti che richiedono l’impiego di fondi strutturali d’investimento europei, da includere e sottoscrivere, su richiesta delle amministrazioni locali, in appositi contratti istituzionali di sviluppo.
Inoltre si cerca di tutelare le imprese e i lavoratori di grandi complessi aziendali in amministrazione straordinaria presenti sull’intero territorio nazionale, nello specifico sono previste per l’Ilva e i suoi lavoratori. Sempre in tema Ilva, si segnalano poi le disposizioni per il risanamento ambientale delle aree poste a carico dell’amministrazione straordinaria della società medesima.
Infine, si segnalano le disposizioni che prevedono la riduzione dell’utilizzo delle buste di plastica in materiale leggero, adottate al fine di evitare la procedura di infrazione che pende sul nostro Paese e per la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana del comprensorio di Bagnoli-Coroglio.
Per la coesione sociale – In relazione agli interventi per la coesione territoriale si introducono disposizioni per favorire la ricollocazione dei lavoratori espulsi dai processi produttivi nelle regioni del sud, per contrastare la povertà educativa minorile e la dispersione scolastica nel mezzogiorno, e per affrontare situazioni di particolare degrado in taluni comuni del mezzogiorno dove si registra una massiva concentrazione di cittadini stranieri.