Il 10 ottobre si celebra l’Obesity Day, la giornata nazionale di sensibilizzazione per la prevenzione dell’obesità e del sovrappeso promossa dal 2001 dall’ADI – Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica per tramite della sua Fondazione.
Una giornata necessaria, in virtù della sensibile impennata dei numeri che raccontano l’obesità come fenomeno dilagante soprattutto tra i bambini. Un’educazione alimentare scorretta o inesistente, dunque, il primo tassello marcio sul quale lavorare per arginare il problema, non solo in tenera età: durante la giornata odierna, più di 500 specialisti fra dietologi, nutrizionisti e dietisti saranno a disposizione nei 120 centri di dietetica presenti su tutto il territorio italiano per colloqui gratuiti di informazione, consulenze nutrizionali e valutazioni del grado di sovrappeso; 18 gli eventi pubblici di sensibilizzazione in programma nelle piazze, nelle scuole e nei centri di aggregazione delle principali città italiane. In termini di costi alla collettività nel mondo, l’obesità occupa il terzo posto dopo fumo di sigaretta e guerre e terrorismo. Il costo dell’obesità è pari all’1,8% della spesa sanitaria nazionale in pratica 18-144 euro per ogni cittadino sono spesi ogni anno per i costi diretti dell’obesità, che sommati a quelli indiretti superano i 300 euro. Globalmente, più di 2 miliardi di bambini e adulti soffrono di problemi di salute legati all’essere in sovrappeso o obesi e una percentuale crescente di persone va incontro al decesso a causa di queste condizioni sanitarie. Tra i 4 milioni di morti attribuite al peso corporeo in eccesso nel 2015, quasi il 40 per cento ha riguardato persone il cui indice di massa corporea (BMI) era al di sotto della soglia di obesità.
uasi un italiano su quattro (24%) è stato a dieta per dimagrire nell’ultimo anno a dimostrazione di una crescente attenzione all’alimentazione, con un decisa svolta salutista sulle tavole degli italiani.
Un bambino su tre (30,6%) pesa ancora eccessivamente, ma negli ultimi anni si è verificata una riduzione del 13% per effetto dell’impegno sull’educazione alimentare a scuola e nelle case.
Il rapporto del Ministero della Salute consegna dati allarmanti dalla Campania, regione nella quale, secondo il rapporto, il 13% della popolazione vivrebbe in condizioni di grave obesità. Questo bilancio si aggrava se si prendono in considerazione i minorenni: nella regione, infatti, i minori affetti da obesità sono il 23%.