Ponticelli scuote il capo e storce il naso, davanti alla vicenda che impazza sui media nelle ultime ore. Non si parla d’altro a Napoli e in riferimento a Napoli che del “caso luci di Natale”.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Radio Kiss Kiss, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha dichiarato che “i vincoli normativi e finanziari imposti dal Governo ci dicono che dobbiamo limitarci alle spese obbligatorie, in pratica senza sostenere le spese per il Natale“.
Tuttavia, il primo cittadino di Napoli non vuole rinunciare ad illuminare la città con le luci del Natale e ha lanciato un appello “alle forze economiche della città e alle grandi associazioni di categoria” per trovare una soluzione di cui possa beneficiare l’intera cittadinanza: “Noi daremo il massimo e troveremo il modo di fare il Natale, ma chiedo a tutti di lavorare insieme, uniti nel dare ognuno il proprio contributo, perché la città è un bene comune“.
La città è un bene comune della quale il Comune dovrebbe occuparsi in toto. Questa la prima premessa che genera l’indignazione e il malcontento della cittadinanza della periferia orientale di Napoli. Tantissimi i commenti e i messaggi di posta giunti alla nostra redazione, ricchi di parole polemiche e di contestazione. Non apprezzano l’attenzione prioritaria che il sindaco di Napoli sta dimostrando nei riguardi di una problematica “effimera e di secondo piano”, rispetto a tematiche ben più gravi e importanti che restano tutt’oggi irrisolte tra le strade delle periferie più trascurate.
I cittadini che vivono nei rioni di edilizia popolare fanno notare al sindaco di Napoli che da decenni in alcuni isolati si vive al buio: denunciano la totale assenza di manutenzione ordinaria, ascensori guaste, lampadine fulminate, la continua fuoriuscita di acqua e liquami dalle obsolete tubature degli impianti idrici e fognari, con tutti i disagi che questo comporta, soprattutto con il sopraggiungere delle rigide temperature invernali, senza tralasciare le luci pubbliche inesistenti, per effetto dei continui furti dei fili di rame dai cavi elettrici che illuminano i parchi comunali, le strade e i luoghi-simbolo di quelli che i cittadini della periferia orientale, con tono polemico e provocatorio, apostrofano “i quartieri di Napoli di Serie B”.
Si tratta solo della punta dell’iceberg: i disagi denunciati da questa parte di cittadinanza sono ben altri e ben più gravi e l’incredulità mista ad indignazione con la quale commentano l’attenzione, a loro avviso, eccessiva che il sindaco sta prestando a un “bene di lusso”, al quale si potrebbe rinunciare per accendere i riflettori sui valori spirituali del Natale, per “accorciare le distanze” tra periferie e centro cittadino.
“Ci farebbe sentire molto meno umiliati – spiega una giovane madre – sentire il nostro sindaco, perchè anche noi siamo napoletani e quel signore dovrebbe rappresentare anche noi e dar voce anche alle nostre esigenze, invitare i napoletani a donare un panettone, una pallina di natale, una bambola, un libro, un giocattolo, un pacco di pasta, perchè no, anche una serie di luci natalizie o una lampadina, a quei napoletani che vivono nei degrado e nella povertà. Abbelliamo Napoli di valori, non di luci. Natale è la festa della solidarietà, in un momento storico in cui la povertà e la fame fanno sempre più vittime, sarebbe il segnale più bello da lanciare per regalare un sorriso anche a chi soffre e vive una vita di stenti e sacrifici. Noi siamo abituati alle rinunce, c’è gente che non ha nemmeno la tv e il frigorifero per non consumare troppa corrente, il nostro sindaco si preoccupa del Natale che sarebbe per la città, senza gli addobbi che servono ai turisti per farsi delle belle foto.“
Ponticelli è la periferia più estesa e più densamente popolata, oltre che uno dei quartieri che registra lacune e mancanze gravi. Un quartiere che continua a lamentare l’isolamento dal centro cittadino, oltre che l’assenza delle istituzioni.
Disagi e disservizi, negligenze ed inefficienze che concorrono ad alimentare il degrado, in tutte le sue forme e che concorrono a fare sentire “più poveri” i poveri napoletani: “il nostro caro sindaco lo sa che molte persone non potranno festeggiare il Natale, – scrive un’altra mamma – perchè tutto quello che si possono permettere di mettere a tavola è un piatto di pastina al brodo e non potranno nemmeno fare un regalino ai propri figli e nipoti? Il sindaco invita “le forze economiche della città” a fare uno sforzo per non rinunciare alle luminarie di Natale, ma non per riscattare la condizione delle periferie in cui si sopravvive, perchè non si riesce a vivere dignitosamente, in condizioni sempre più lontane da quelle che meriterebbero tutti gli esseri umani, anche i poveri. Non pretendiamo il caviale e lo champagne, nè che ci vengano assegnate delle ville di lusso, ma un sorriso per i nostri bambini, quello si. I poveri diventano sempre più poveri e il nostro sindaco presta sempre più attenzione al turismo e a migliorare il centro della città per fare bella figura, che è sicuramente importante, soprattutto per l’economia della città, ma ai napoletani di Napoli che non vengono considerati tali solo perchè non vivono al centro o nei “quartieri in”; quando ci pensa? A noi ci stanno costringendo a vivere al buio, mentre loro pensano alle luci di Natale…!“