Solo per quattro sere, dal 16 al 19 maggio, Sal da Vinci si esibirà al Teatro Diana di Napoli con lo spettacolo “Sinfonie in Sal Maggiore – Reloaded”.
C’era un tempo in cui per unire i due mondi, il vecchio e il nuovo continente, esistevano solo due modi: la nave e la fantasia. Sal, nel suo show teatrale, viaggerà con entrambi i mezzi, partendo da Santa Lucia e approdando ai piedi della statua della Libertà. In questo fantastico cammino rivivono le atmosfere delle grandi orchestre che suonavano pezzi indimenticabili ed eterni come il mare.
Al fianco del cantante ci sono i suoi compagni di viaggio: un’orchestra formata da 50 elementi diretti dal maestro Adriano Pennino che trasformerà, in musica, i sogni e i ricordi dell’artista. Inoltre un equipaggio che renderà la traversata anche molto divertente. Sal proporrà al pubblico anche i suoi “cavalli di battaglia”, in un mix ben dosato tra la melodia classica napoletana e brani mai interpretati prima dal cantautore.
Una produzione colossale che ancora una volta punta sulla bellezza e sulla qualità, portando in scena uno spettacolo ricchissimo anche da un punto di vista estetico. Una scommessa, in un’epoca di musica “liquida”, la scelta di impiantare un’orchestra composta da autorevoli musicisti supportati dalla sua storica band. Un azzardo che può sembrare una follia, ma che altro non è che la realizzazione di un sogno frutto della creatività che appartiene ai grandi artisti.
A dirigere i lavori Marco Carniti, visionario regista con il compito di assemblare i vari reparti: dalla prosa (scritta dallo stesso Sal e da Ciro Villano in scena con Gianni Parisi, Francesco Da Vinci, Ciro Villano e Floriana De Martino), passando per le canzoni riarrangiate dal direttore d’orchestra Pennino e i monologhi che raccontano i ricordi e i sogni del cantautore napoletano, fino ai balletti di Sarah Grether, Anna Ferrini ed Emilio Caruso e agli sketch che si ispirano ai gran varietà degli anni d’oro del teatro e della televisione, senza rinunciare al gusto di raccontare temi profondi e scomodi come l’emigrazione di ieri, di oggi e di sempre.