3 gennaio 2020: una data da festeggiare per il popolo napoletano e per gli amanti della musica classica partenopeo, la data in cui ricorre il centenario della nascita di Renato Carosone, una delle voce più autorevoli del ricco repertorio artistico napoletano che ha contribuito a rendere famoso in tutto il mondo “o’ Paese d”o sole” con orecchiabili ed intramontabili melodie.
Nato il 3 gennaio del 1920 in dieci anni Carosone è riuscito ad imporsi e a diventare un gigante della canzone. Nei suoi brani Carosone raccontava il napoletano medio del dopoguerra, con i suoi vizi e le sue contraddizioni, la sua musica, la sua mimica e la sua capacità di destreggiarsi con simpatia ed eleganza tra le note, contribuirono a modernizzare la musica, apportando una pacifica ed armonica rivoluzione che allegramente fece spazio ad un nuovo stile.
Questi e molti altri elementi fanno di Renato Carosone uno dei più grandi e originali artisti della canzone italiana, creatore di contaminazioni fra il jazz, la musica americana e partenopea e l’Oriente.
Nato da un padre amante della musica che lo spinse a studiare, fino al diploma, su un pianoforte francese. Poi una scrittura con una compagnia di varietà lo portò a Massaua, Addis Abeba, Asmara. La scalata al successo cominciò nel ‘49 quando formò un trio con Van Wood e l’esuberante batterista Gegè di Giacomo: debuttò nel ‘49 alla Shaker Club di Napoli, uno dei locali più in voga della movida partenopea dell’epoca. Una carriera in ascesa e contornata di classici intramontabili che, a dispetto dei decenni trascorsi, ognuno di noi, almeno una volta, ha canticchiato. Torero fu tradotta in 12 lingue, le canzoni più celebri di Carosone furono cantate dai divi di hollywood e fecero da sfondo alle pellicole cinematografiche più acclamate del pianeta. Nel ‘59, al culmine del successo, annunciò il ritiro sostenendo che il suo genere fosse superato. Per i 15 anni seguenti, Carosone in effetti si dedicò solo al piano e alla pittura, la sua segreta passione per poi fare ritorno sulla scena musicale.
Cresciuto nell’epoca di tanti big della canzone napoletana come Sergio Bruni e Roberto Murolo, Carosone seppe ritagliare un posto nel panorama musicale non snaturando la sua anima di pioniere e conservatore. Il 20 maggio 2001, dopo aver pranzato con la famiglia, si spense serenamente mentre dormiva.
A dispetto del secolo trascorso dal giorno della sua nascita, i suoi brani, le sue melodie e il suo talento artistico continuano a riecheggiare nella contemporaneità.