È morta all’età di 93 anni Anna Bulgari Calissoni, erede della famosa famiglia di gioiellieri.
La donna, nel 1983, fu protagonista di una triste vicenda di cronaca che tenne con il fiato sospeso l’Italia intera: fu rapita dall’Anonima sarda insieme al figlio diciassettenne ad Aprilia, cittadina in provincia i Latina, poco a sud di Roma.
Per il riscatto vennero pagati 4 miliardi di lire, ma il ritardo nel pagamento costò al figlio l’amputazione di un orecchio.
Il rapimento di Anna Bulgari avvenne la sera del 19 novembre 1983 mentre la donna stava rientrando con suo marito Franco Calissoni nella loro tenuta di Aprilia, comune del quale Franco è stato anche sindaco. Due uomini armati di fucile e coperti dal passamontagna sul viso, prendono Anna e la chiudono nel portabagagli di una Fiat 132 sottratta alla famiglia della stessa vittima. Viene preso anche il Giorgio. Sono gli anni dei sequestri e della linea dura degli inquirenti che bloccano i beni e i soldi sui conti dei rapiti e dei loro parenti. Quello di Anna e Giorgio Bulgari è un sequestro con trattative complicate, i banditi dell’anonima sarda vogliono quattro miliardi di lire.
Il suo nome resterà indissolubilmente legato a una delle pagine più buie della storia italiana, quella ventennale dei crudeli rapimenti di ostaggi trattati come merce da vendere e dei riscatti miliardari negoziati in modo estenuante da spietate organizzazioni criminali.
Dopo nemmeno un mese, il 17 dicembre, passati due giorni dalla scadenza dell’ultimatum arriva una busta macabra, dentro c’è un pezzo dell’orecchio di Giorgio. Il 21 dicembre vengono consegnati i soldi, in un tratto lungo la via Aurelia, a nord di Roma. La sera della vigilia di Natale, il 24 dicembre, madre e figlio vengono rilasciati vicino a dove erano stati rapiti. Giorgio ha una grave infezione, il racconto dell’amputazione subita è tremendo. Saranno necessari cinque interventi di ricostruzione negli Stati Uniti per ricostruire l’orecchio, sua madre è piena di piaghe per i maltrattamenti, le notti all’addiaccio, gli spostamenti.
Nel processo di Nuoro contro il Movimento armato sardo, Giorgio raccontò: “A mutilarmi fu il bandito che si faceva chiamare Francesco. Usò un normale coltello. Tagliò con molta lentezza, ma alla fine non riusciva più ad andare avanti. Per togliermi l’orecchio me lo dovettero strappare via”. Del drammatico mese nelle mani dei suoi rapitori Anna Bulgari non ha mai parlato.
Otto anni prima, per il rapimento del cugino di Anna Bulgari, Gianni, era stato pagato un riscatto di un miliardo e 300 milioni di lire.
Dieci anni prima, a Roma, era stato rapito Paul Getty, allora sedicenne, nipote del magnate del petrolio, anche a lui venne mozzato un orecchio. Il sequestro durò da luglio a novembre.