Un baluardo del cinema italiano, un autentico pezzo di storia della cinematografia di casa nostra che in tante pellicole ha interpretato personaggi comici esilaranti che ancora oggi risultano perfettamente al passo con i tempi, figlio di quella comicità che non invecchia mai di cui nel corso della sua lunga carriera è stato un valido ed apprezzatissimo interprete, Renato Pozzetto ha spento 80 candeline.
Una ricorrenza celebrata in vari modi, a riprova dell’affetto e della considerazione di cui tutt’oggi beneficia il comico lombardo e che ne consacrano una carriera ricca di pellicole che hanno regalato un sorriso a tante generazioni.
Nato a Laveno sulle rive del Lago Maggiore nel 1940, cresciuto a Gemonio dove i genitori milanesi trovano rifugio durante i bombardamenti alleati, approdato a Milano dopo la fine della guerra, diplomato geometra all’istituto Carlo Cattaneo ritrova sui banchi di scuola Aurelio “Cochi” Ponzoni e lo trascina nelle prime esperienze da cabaret: Cochi progetta e inventa, lui ci mette la verve, una vena surreale e il fisico.
Nascono “Cochi e Renato”, duetto autore di motivi popolarissimi come “La canzone intelligente” o “E la vita, la vita” che con quella impareggiabile comicità conquista tutti, giovani e adulti. Rispetto al suo compagno d’avventura Renato Pozzetto fa valere una dimensione propria, un impasto di ingenuità e goffaggine assolutamente irresistibile. Riesce così a farsi aprire le porte del cinema, lavorando con registi affermati, collezionando comparsate televisive, ritorni al cabaret, perfino exploit sportivi come la prima guida insieme a Riccardo Patrese al giro automobilistico d’Italia e poi una “Parigi Dakar” al volante di un camion. Nel 1967 ha sposato Brunella Gubler che gli ha dato due figli e lo lascerà vedovo nel 2009.
Per oltre vent’anni Renato sarà uno dei pochi “nomi sicuri” del divertimento popolare al cinema: basta il suo nome in cartellone (come per Villaggio, Celentano, Abatantuono, Boldi&De Sica) per avere successo e i produttori lo sanno, fino al ’94 lavora al ritmo di due o tre film all’anno e per quattro volte si dirige da solo, per il puro piacere di sviare dai suoi ruoli abituali.
Ecco gli scatti che ne ripercorrono la carriera: