Non si è fatta attendere la reazione del governatore della Campania Vincenzo de Luca al cospetto della crescente impennata di casi di covid degli ultimi giorni. Nel corso della consueta diretta facebook del venerdì De Luca ha infatti annunciato la possibilità di un nuovo lockdown in Campania, laddove il numero dei contagi dovesse raggiungere i mille casi al giorno: “Se prosegue la disparità tra contagiati e guariti, la Campania andrà in lockdown”, ha affermato.
“Stiamo lavorando giorno dopo giorno – aggiunge il governatore – per seguire l’evolvere dell’epidemia e dobbiamo aspettarci un forte incremento dei contagi. Siamo entrati nella Fase D dell’epidemia in Campania, quella di contagio elevato: l’obiettivo è raggiungere un equilibrio tra ammalati e guariti. Un esempio: 500 infetti e 200 guariti. Ma se arriviamo a 1.000 ammalati e 300 guariti, chiudiamo la regione. Dobbiamo passare da 130 a 500 terapie intensive occupate: stiamo lavorando per i posti letto necessari”.
“Dobbiamo cercare di rispettare le regole e le ordinanze, prima che sia troppo tardi e siamo costretti al lockdown. Non è vero che non ci sono posti letto, abbiamo 50 ospedali. Ad oggi abbiamo 671 posti letto destinati al Covid. Per le terapie intensive abbiamo 100 posti letto attivi: 52 i ricoveri. Per il monitoraggio diamo la proprietà alle case per anziani, seguono le scuole. Chi fa feste in strutture per anziani deve essere arrestato. Abbiamo chiesto ai laboratori altri diecimila tamponi al giorno. – ha spiegato De Luca – Nei mesi passati si facevano tamponi generici, noi li facciamo mirati. Non dimentichiamo che siamo la regione col numero pù basso di dipendenti sanitari in relazione alla popolazione. Nei dati Istat del 2018, la Lombardia ha 100 mila lavoratori, il Veneto 59mila, la Campania 43mila, pur avendo un milione in più di abitanti del Veneto. Per questo abbiamo chiesto alla Protezione civile l’invio in Campania di 800 infermieri e 600 medici”.
De Luca ha anche commentato quanto accaduto domenica scorsa in ambito calcistico con la mancata partenza del Napoli per affrontare la Juventus a Torino: “Proviamo a immaginare se il Napoli avesse fatto come il Genoa: andiamo a Torino in allegria, positivi di spirito e di coronavirus. Una settimana dopo: Ronaldo positivo. Ci saremmo guadagnati il titolo del New York Times. Capisco che mondo del calcio coinvolge tanti grandi interessi economici. Ma deve esserci un punto limite, oltre il quale lo sport non è più sport. Possiamo parlare di tutto, di investimenti, di diritti televisivi, di economia, ma non parliamo più di sport. Chi non ha lealtà e onore, non può parlare di sport”.
“La Figc – attacca De Luca – ha fatto un protocollo in deroga rispetto alle disposizioni di ministero e Regione. E la Juve, sulla base del protocollo, che è un atto privato e non conta niente dal punto di vista della legge e della sanità, fa una dichiarazione penosa e imbarazzante per colpa del suo presidente, cioè comunicano che sarebbero andati allo stadio per fare una competizione dura contro i raccattapalle. Al presidente della Juventus ricordo quanto diceva Schopenhauer: ‘La gloria bisogna conquistarla, l’onore basta non perderlo’. Se mi fossi comportato così, sentirei di aver perduto il mio onore sportivo. Come ci si può ridurre alla meschinità di pensare di vincere un incontro con gli antagonisti messi in quarantena da un’Asl? Perfino il ct della nazionale si è lasciato andare a una esternazione che si poteva risparmiare”.
“Ricordiamo – insiste De Luca – che la Regione nei due mesi alle spalle ha condotto una politica di prevenzione unica in Italia: abbiamo reso obbligatori i tamponi a chiunque rientrava in Campania dalle vacanze. Poi, grazie all’apertura posticipata delle scuole abbiamo potuto ‘tamponare” il 90 per cento del personale. Non solo, abbiamo donato 1500 termoscanner alle scuole, lunedì i prossimi mille. Non solo: l’ordinanza della mascherina all’aperto è attiva da quindici giorni prima rispetto al resto del Paese, così come quella che impone la chiusura di bar e ristoranti alle 23″.
Il governatore non si risparmia un attacco all’informazione: “Siamo di fronte ad un’aggressione mediatica alla Campania: ho detto ai nostri dirigenti, non fatevi distrarre dalle stupidaggini e ad affrontare i problemi: qualche giorno fa si è aggiunta una drammatizzazione dal mondo dell’informazione: quella della “censura” della regione, impedimento ai medici di parlare: tutte falsità”.
“Un’emittente nazionale ci ha mostrato settecento persone in fila per un tampone, in attesa da ore. Ebbene, alle 11 l’area era già libera, tranne due pappagalli seduti sull’aiuola che andavano multati.”
La situazione è che chi si reca senza prescrizione medica e autonomamente, determina un affollamento. Le persone che si prenotano sulla piattaforma online, 300 al giorno, fanno subito il tampone. Chi viene su propria iniziativa è ovvio che crea una lunga coda”.