La celebrazione liturgica delle 18.30 col cardinale Crescenzio Sepe non ha sortito gli effetti sperati: il sangue di San Gennaro è rimasto solido nella giornata del terzo ed ultimo appuntamento dell’anno con il prodigio della liquefazione del sangue del santo patrono di Napoli, chiamato a compiere il cosiddetto “miracolo laico”. Alle 19 la teca contenente le reliquie del santo patrono è stata riposta.
“Vogliamo fare un atto di vera e profonda devozione al santo Gennaro perché siamo uniti nel suo nome. E’ lui che ci aiuta a vivere e a testimoniare la fede e, anche se il sangue non si scioglie, non significa chissà cosa”, ha affermato il cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe ai piedi dell’altare maggiore del Duomo di Napoli. Sepe ha preso tra le mani la teca del sangue di San Gennaro, rimasto solido, e prima di impartire la benedizione ai fedeli presenti in chiesa ha aggiunto: “E’ tutto scritto nel cuore di Dio e di Gennaro. L’importante è che noi ci sentiamo veramente uniti e partecipi di questo evento così particolare, che è la nostra devozione al nostro santo protettore”.
Sepe ha poi invitato i fedeli a proseguire nella preghiera.
Una giornata concitata che Napoli ha vissuto con il fiato sospeso nell’attesa di vedere sventolare il fazzoletto bianco che di consueto comunica l’avvenuta liquefazione del sangue di San Gennaro, ma così non è stato.
Negli anni scorsi, il sangue non di rado era già liquefatto al momento della riapertura della teca, mentre nel corso della giornata odierna, malgrado le messe celebrate e le continue preghiere, il prodigio non si è ripetuto.
I fedeli continuano a sperare e non smettono di pregare.
Dopo la celebrazione eucaristica della sera ci sarà una nuova ostensione e, se non ci sarà il prodigio, la teca verrà nuovamente riposta in cassaforte. Secondo la tradizione popolare, qualora non si verificasse lo scioglimento del sangue, sarebbe presagio di cattiva sorte nei confronti della città e dei partenopei. Seppure questa eventualità sia più comunemente associata al mancato miracolo nel giorno delle celebrazioni del Santo patrono, ossia il 19 settembre. In alcune occasioni, il prodigio della prima domenica di maggio e del 16 dicembre, detto ‘miracolo laico’, non si è replicato. L’ultima volta nel dicembre del 2016 quando, nonostante nenie e preghiere, il sangue non si sciolse. Nel 2015, invece, il prodigio si verificò in serata.
Da questa mattina, quando è stata aperta la cassaforte che custodisce la teca sacra, la situazione non è mai mutata. Anche l’arcivescovo di Napoli Sepe ha preso tra le sue mani il reliquario, ma non ci sono stati cambi di stato del sangue. I fedeli, comunque, continuano a sperare e non smettono di pregare. Dopo la celebrazione eucaristica della sera ci sarà una nuova ostensione e, se non ci sarà il prodigio, la teca verrà nuovamente riposta in cassaforte. Secondo la tradizione popolare, qualora non si verificasse lo scioglimento del sangue, sarebbe presagio di cattiva sorte nei confronti della città e dei partenopei. Tradizione, però, vuole che questa eventualità sia particolarmente sentita nel giorno delle celebrazioni del Santo patrono, ossia il 19 settembre. In alcune occasioni, il prodigio della prima domenica di maggio e del 16 dicembre, detto ‘miracolo laico’, non si è replicato. L’ultima volta nel dicembre del 2016 quando, nonostante nenie e preghiere, il sangue non si sciolse. Nel 2015, invece, il prodigio si verificò in serata.
Il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro avviene tre volte all’anno: il 19 settembre, il sabato che precede la prima domenica di maggio e il 16 dicembre.
Una circostanza che si ripete del 1631, il giorno in cui, secondo la tradizione, i napoletani chiesero e ottennero l’intervento miracoloso di San Gennaro per scongiurare una violenta eruzione del Vesuvio, che minacciava di raggiungere la città.
La mancata liquefazione del sangue in passato ha sempre rappresentato un pessimo presagio per Napoli e la Campania. Ogni volta che il sangue non si è sciolto, si sono verificati terribili eventi in tutto il Paese, non solo nel capoluogo campano: per i credenti questa non è una mera coincidenza. Ad esempio, nel 1939 e nel 1940, in corrispondenza dell’inizio della seconda guerra mondiale, il sangue non si è sciolto. Oppure nel 1973, quando Napoli era soggiogata dal colera, il miracolo non ci fu e la liquefazione del sangue non avvenne. E così accadde anche nel 1980, l’anno del terribile terremoto in Irpinia.