Emergenza covid: stop agli spostamenti tra regioni fino al 15 febbraio, introdotta la “zona bianca”

conte_dpcmLe nuove restrizioni introdotte dall’ultimo decreto legge anti-Covid discusso nelle ultime ore e approvato dal Consiglio dei ministri, proroga lo stato di emergenza al 30 aprile e limita gli spostamenti tra le regioni fino al 15 febbraio.

Stato di emergenza prorogato al 30 aprile 2021, divieto di spostamento fra regioni confermato fino al 15 febbraio a prescindere dal colore e introduzione della zona “bianca”: queste le principali novità introdotte con il decreto legge contenente le «Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l’anno 2021» approvato nella notte tra il 13 e il 14 gennaio dal Consiglio dei ministri. Novità spiegate da un comunicato notturno di Palazzo Chigi.

Il provvedimento proroga al 30 aprile 2021 il termine entro il quale potranno essere adottate o reiterate le misure finalizzate alla prevenzione del coronavirus ai sensi dei decreti-legge n. 19 e 33 del 2020. Il nuovo decreto conferma, fino al 15 febbraio 2021, il divieto già in vigore di ogni spostamento tra Regioni o Province autonome diverse, con l’eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Il decreto legge approvato dal Governo istituisce poi una cosiddetta area “bianca”, nella quale si collocano le Regioni con uno scenario di “tipo 1”, un livello di rischio “basso” e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100mila abitanti. In area “bianca” non si applicano le misure restrittive previste dai Dpcm per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Nelle stesse aree possono comunque essere adottate, con Dpcm, specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico.

Smart working, mascherine e distanziamento e spostamenti tra regioni ridotti: queste le misure principali che il governo italiano conferma di voler adottare per contenere la pandemia, alla vigilia della terza ondata. Lo stato di emergenza rappresenta uno strumento rapido nelle mani del governo per attuare misure di prevenzione e contenimento della diffusione del Coronavirus ed è stato dichiarato “in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili“.

Tra le misure attese anche il divieto di asporto solo per i bar e non per i ristoranti dopo le 18. Così come la chiusura di palestre, piscine e cinema. Mentre dovrebbero riaprire i musei in area gialla.

Il divieto di vendita da asporto per i bar, tuttavia potrebbe essere limitato solo alle bevande e agli alcolici.

Inoltre, dal 16 gennaio 2021 e fino al 5 marzo 2021, sull’intero territorio nazionale si applicano le seguenti misure:

  • consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5.00 e le ore 22.00, a un massimo di due persone ulteriori a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. Tale spostamento può avvenire all’interno della stessa Regione, in area gialla, e all’interno dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa, fatto salvo quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5.000 abitanti; qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia; è istituita una cosiddetta area «bianca», nella quale si collocano le Regioni con uno scenario di «tipo 1», un livello di rischio «basso» e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In area «bianca» non si applicano le misure restrittive previste dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Nelle medesime aree possono comunque essere adottate, con Dpcm, specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico.
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