La morte di Antonella, una bambina di appena 10 anni, maturata mentre era intenta a girare un video da divulgare su un social network, ha riacceso il dibattito sulle challenge sui social, in particolare su TikTok, e sull’uso del web da parte dei più piccoli.
Stamane, sabato 23 gennaio, le mamme napoletane sono scese in strada per protestare all’esterno dei giardini Ruoppolo contro l’utilizzo del social Tik Tok.
Non si sedano le polemiche, malgrado il Garante per la protezione dei dati personali “ha disposto nei confronti di Tik Tok il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica”. Lo annuncia una nota dell’Autorità, che “ha deciso di intervenire in via d’urgenza a seguito della terribile vicenda della bambina di 10 anni di Palermo”.
I familiari della bambina di 10 anni hanno deciso di donare gli organi: 3 bambini potranno così vivere grazie al loro atto di generosità.
Antonella è morta mentre si filmava con una cintura stretta al collo, mentre con il cellulare riprendeva quella prova estrema che avrebbe dovuto pubblicare su TikTok, dove da mesi spopola tra i giovanissimi il “Blackout challenge“, una sfida che invita i partecipanti a stringersi una corda intorno al collo per provare la propria resistenza, popolarissima tra gli utenti del social network più in voga del momento.
Angelo Sicomero, 33 anni, muratore a giornata e papà di altre due bambine ha spiegato alla stampa che Antonella sognava di diventare popolare su Tik Tok.
Antonella era una bambina molto social, soprattutto da quando mamma e papà, nel giorno del suo decimo compleanno, le avevano regalato un cellulare tutto suo. Aveva tre account su Facebook e una decina su Instagram.
“Rubava sempre il cellulare a sua madre e scaricava TikTok. Allora ci siamo arresi. Ballava e cantava, scaricava tutorial per truccarsi o per acconciare i capelli. Avrebbe voluto fare l’estetista da grande. Pubblicava questi video su TikTok e – racconta il padre – era anche una bambina molto ubbidiente. Tanto che non ho mai avuto l’esigenza di controllarla e infatti non le ho mai sequestrato il cellulare per vedere cosa facesse. Perché tra noi non c’erano segreti. È la regola della famiglia: ci si dice tutto e ci si aiuta tutti”.
Eppure, qualcosa è accaduto e le indagini mirano a far luce sulle circostanze che hanno spinto la piccola ad accettare quella sfida sui social. Il suo cellulare al momento è inviolabile perché il codice di sblocco lo conosceva solo lei. E i magistrati si sono affidati a un tecnico informatico.
“Ho il timore che qualcuno l’abbia contattata in privato e convinta a fare quella sfida. Ma penso anche che forse in quei cinque minuti mia figlia non è stata più lei”, ha dichiarato il padre di Antonella.
Lo scorso mercoledì, Antonella e le sue sorelle erano a casa, i genitori per il momento non le mandano a scuola per via del covid. Antonella aveva chattato con le sue amiche, poi aveva fatto i compiti. Poco prima di cena aveva chiesto a suo padre di prestarle una cintura. Inutile la corsa all’ospedale, la piccola è giunta in condizioni disperate.
Intanto la procura di Palermo ha disposto l’autopsia sul corpo della bambina. La polizia dovrà stabilire se qualcuno ha contattato la bimba per coinvolgerla nel folle gioco. Intanto si indaga a carico di ignoti per istigazione al suicidio. Oltre alla Procura sul caso sta facendo accertamenti la Procura dei minori.
Oggi uno striscione è stato appeso al balcone dell’istituto comprensivo statale Perez Calcutta in via Maqueda a Palermo frequentato dalla bambina. “Ciao, per anni ti abbiamo tenuto per mano, ora ti terremo nel cuore” c’è scritto.