Le statistiche confermano che da quando è esplosa l’emergenza coronavirus, le truffe online sono in perenne aumento. Sempre più in voga le tecniche finalizzate ad utilizzare i vantaggi forniti dal web, dalle chat e dai social network che consentono al truffatore di poter beneficiare di una copertura solida e sicura, utile ad imbastire una fitta rete nella quale imbrigliare la vittima con l’intento di spillargli del denaro.
Di recente, diversi utenti hanno segnalato di essere stati adescati su facebook da un account femminile con le seguenti modalità: una volta accettata la richiesta d’amicizia, la donna in chat spiega di essere italiana, ma residente in Francia, gravemente malata e in fin di vita e che pertanto, non avendo eredi, dopo aver studiato il profilo della “preda”, ha deciso di donargli i suoi beni, a patto che parte di quei soldi vengano devoluti in beneficenza per supportare una giusta causa.
La tecnica di abbordaggio è quella abituale che accomuna tutti i truffatori seriali specializzati in frodi online: far leva sull’emotività della vittima, disorientarla, sfruttarne le debolezze e le fragilità. In un momento storico così critico e segnato da una profonda crisi economica, la prospettiva di vedersi donare un’ingente somma da un utente che si rivela fin troppo abile a proiettarsi in lunghi e struggenti monologhi, viene percepita come un autentico toccasana. Quella “good news” che milioni di persone attendono da più di un anno, il colpo di fortuna che può cambiarti la vita e che sancisce quell’atteso momento di svolta. Aspetti calcolati alla perfezione dalle abili menti dei truffatori che sanno sempre come sfruttare a proprio vantaggio le situazioni che gli si presentano.
La donna non chiede soldi, ma i dati necessari per il buon esito dell’ipotetico versamento, quindi dati sensibili, per poi invitare la vittima a mettersi in contatto con un avvocato per avviare la pratica, fornendo un numero di telefono. In ultima battuta, il presunto avvocato arriva così a chiedere alla vittima il pagamento delle spese necessarie per il buon esito del lascito, invitandola a fare un versamento di diverse centinaia di euro: una cifra irrisoria rispetto alla cospicua somma che la donna in fin di vita starebbe per elargire ad un utente fortunato e selezionato casualmente sui social network, solo perchè qualche dettaglio della sua vita l’ha colpita particolarmente.
Ovviamente, una volta elargita la cifra richiesta dal presunto avvocato, la vittima è destinata a restare con un pungo di mosche tra le mani e costretta a fare i conti con la cocente delusione consequenziale alla truffa.
Cosa fare per tutelarsi?
In primis, non fornire mai dati sensibili agli sconosciuti. Nel caso di facebook, può tornare utile consultare le informazioni fornite dal centro assistenza.