“Non si può mai rinunciare” alla funzione rieducativa della pena. “Non è possibile pensare di buttare la chiave per alcune tipologia di detenuti”: questa la frase pronunciata davanti alla Corte costituzionale dall’avvocata Giovanna Beatrice Araniti, legale dell’uomo al centro del caso che ha spinto la Cassazione a sollevare la questione di costituzionalità sulla norma che impedisce di concedere la liberazione condizionale ai condannati all’ergastolo per alcuni reati.
Il carcere ostativo e il 41 bis vengono così messi in discussione: gli ergastolani potrebbero così fruire di permessi premio e di libertà condizionale.
La Fondazione Caponnetto ha promosso per il 5 aprile 2021 la giornata in difesa dell’ergastolo ostativo e del 41bis.
Un’iniziativa che ha registrato l’adesione di tantissimi esponenti delle istituzioni e della politica.
Quando si parla di ergastolo ostativo si fa riferimento alla disciplina di cui all’art. 4-bis dell’ordinamento penitenziario, elaborata nei primi anni 90 nel contesto di quella “legislazione d’emergenza” che rappresentò la risposta dell’ordinamento alle stragi di mafia che avevano insanguinato il paese.
In sostanza chi è condannato all’ergastolo per reati di mafia e terrorismo non può usufruire di benefici penitenziari come la libertà condizionale senza collaborazione con la giustizia.
Questa pena è applicata solo per i delitti di associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.), sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630 c. p.) e associazione finalizzata al traffico di droga (art. 74 D.P.R. n. 309/1990), sempreché non siano stati acquisiti elementi tali da escludere l’attualità di collegamenti con la criminalità organizzata o eversiva.
“Continua la mobilitazione social della Fondazione Antonino Caponnetto in difesa dell’ergastolo ostativo in particolare e più in generale per la normativa antimafia e antiterrorismo che sono oggi in serio pericolo. Dopo il successo dell’iniziativa social di ieri 5 aprile con i tanti messaggi video arrivati al ‘Gruppo Giornata di Mobilitazione in Difesa dell’Ergastolo Ostativo e 41 bis’ il gruppo ha cambiato nome ed ora le prese di posizione, i brevi messaggi video di chi vuole metterci il cuore e la faccia troveranno accoglienza e posto nel gruppo “Mobilitazione permanente in Difesa dell’Ergastolo Ostativo e del 41bis”. Una scelta che la Fondazione deve a chi con passione ha aderito alla Giornata, familiari delle vittime, semplici cittadini, giornalisti, parlamentari, una scelta per tenere alta la guardia nella lotta alla mafia. Appena poi fuori dalla zona rossa scenderemo anche in strada, in Toscana stiamo programmando sit in davanti alla sede della Regione e della Prefettura a Firenze. Iniziative saranno attuate anche nel resto del paese.” Lo dichiara il Presidente della Fondazione Antonio Caponnetto Salvatore Calleri.