Pfizer, Moderna e Astrazeneca sono i vaccini attualmente in uso in Italia, ma di qui la lista dei vaccini anti-covid è destinata ad ampliarsi.
Johnson & Johnson è in attesa, dopo aver ricevuto l’autorizzazione dell’Ema che rimane del parere che i benefici del vaccino nella prevenzione del Covid-19 superano i rischi degli effetti collaterali. L’azienda ha fatto sapere che ritarderà il lancio in commercio del suo preparato in Europa, “in un’ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie Ue”. La scelta arriva dopo che le autorità sanitarie Usa hanno sospeso almeno per qualche giorno l’utilizzo del prodotto della Janssen a seguito di pochi casi di reazione grave, tra cui uno mortale. Le prime 184 mila dosi per l’Italia arrivate all’aeroporto militare di Pratica di Mare, resteranno in stand by in attesa che la situazione si definisca.
Altri tre sono i vaccini al vaglio dell’Agenzia europea del farmaco: Sputnik Curevac e NovaVax.
CUREVAC
Prodotto da un’azienda di biofarmaceutica, domiciliata nei Paesi Bassi, ma con sede a Tubinga in Germania, si tratta di un vaccino a mRNA, come Pfizer e Moderna: una sequenza di RNA sintetizzata in laboratorio una volta iniettata nell’organismo umano induce le cellule a produrre una proteina simile a quella verso cui si vuole indurre la risposta immunitaria. Prevede sempre due dosi e può essere conservato a una temperatura di 5 gradi per almeno tre mesi. Il via libera dell’Ema potrebbe arrivare verso giugno.
NOVAVAX
Il vaccino americano NovaVax è basato su una tecnologia un po’ più tradizionale, un vaccino a subunità, che usa la proteina Spike insieme a un sistema adiuvante che ne potenzia la risposta immunitaria. Prevede l’utilizzo di due dosi. Studi clinici nel Regno Unito e in Sudafrica dimostrano che questo vaccino può essere molto efficace contro le varianti. L’approvazione slitterà probabilmente a giugno inoltrato.
SPUTNIK
Il vaccino russo è composto da due diversi virus che appartengono alla famiglia degli adenovirus, Ad26 e Ad5. Questi adenovirus verranno iniettati separatamente (l’Ad5 per il richiamo). Entrambi sono stati modificati così da contenere il gene della proteina Spike e non sono in grado di riprodursi nell’organismo e non provocano la malattia.