
Insinuare il dubbio che una donna uccisa dal partner, ex partner, o dal vicino di casa, se la sia in qualche modo cercata, è una affermazione di assoluta gravità, che ignora le regole professionali: la vittima viene così uccisa una seconda volta, adducendo attenuanti e motivazioni a favore del carnefice. Espressioni e atteggiamenti che testimoniano la totale assenza di una cultura di parità e di rispetto nei confronti di madri, mogli, figlie uccise in quanto donne. Non c’è, neppure nei codici penali, la giustificazione degli uomini “obnubilati”, in preda a raptus: ci sono donne che non hanno istigato la violenza, l’hanno subita e per questo sono morte.
Le Commissioni pari opportunità della Federazione nazionale della stampa, dell’Usigrai e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e delle giornaliste e l’associazione Giulia Giornaliste
che hanno tra le finalità anche di vigilare e garantire che l’informazione dia una corretta rappresentazione dell’immagine femminile, libera da stereotipi, improntata al rispetto della dignità delle donne, chiedono a codesto Consiglio regionale che si apra un procedimento disciplinare nei confronti di Barbara Palombelli, giornalista professionista e conduttrice di ‘Forum’
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