Il fisico perfetto che diventa un’ossessione, al pari di un tenore di vita alto da ostentare a suon di stories e foto in hotel e ristoranti lussuosi o sfoggiando abiti ed accessori griffati. E poi il bisogno di essere popolari, vedendo crescere il numero dei followers per vedersi accettate e per sentirsi parte di quel mondo distorto forgiato dagli influencer e dal compulsivo bisogno di ritagliarsi un ruolo da star nell’ambito di quella realtà virtuale che condiziona pesantemente la vita reale di “quelle ragazze” che restano sopraffatte dalla sagace macchina che si cela dietro l’ingranaggio che porta i social network a macinare miliardi di euro.
Un’amara verità, un crudo fotogramma di una generazione fragile, indebolita dall’avvento dei social network, scaturita dagli studi condotti in gran segreto dall’azienda di Menlo Park e riportati dal Wall Street Journal, entrato in possesso dei risultati.
Studi che rivelano un epilogo clamoroso: Facebook è a conoscenza del fatto che Instagram sia pericoloso per la salute mentale delle ragazze adolescenti. Il social delle foto coi filtri, acquistato da Facebook per un miliardo di dollari nel 2010, pare abbia effetti devastanti sulla psiche di molte teen-ager.
Secondo le ricerche, commissionate dalla stessa società di Mark Zuckerberg, una ragazza su tre in possesso di un account Instagram sviluppa disturbi di percezione del proprio corpo. E addirittura tutti i gruppi analizzati hanno accusato spontaneamente il social di provocare angoscia e un aumento delle tendenze depressive.
E non è tutto: fino a qualche tempo fa, infatti, Facebook ha accarezzato a lungo l’idea di proporre una versione di Instagram per i minori di 13 anni. Un’idea stroncata sul nascere dal Congresso americano.
Sprezzante dei disturbi che i social network provoca ai giovanissimi, il founder di facebook pensava di mettere in piedi un nuovo modello di business destinato ad irretire i ragazzini: «Da una ricerca che abbiamo visto, emerge che l’utilizzo di app social per connettersi con altre persone può avere benefici positivi per la salute mentale», ha detto Mark Zuckerberg in un’audizione al Congresso nel marzo 2021, quando gli è stato chiesto dei bambini e della salute mentale. I dati emersi dai recenti studi, in verità, palesano l’esatto contrario.
L’inchiesta del Journal racconta di un’adolescente, Anastasia Vlasova, che ha iniziato a vedere un terapeuta. Ha sviluppato un disturbo alimentare e ha le idee chiare su cosa l’abbia ridotta in quelle condizioni: il tempo trascorso su Instagram. Anastasia si è iscritta all’età di 13 anni e alla fine ha trascorso tre ore al giorno incantata dalle vite e dai corpi apparentemente perfetti degli influencer del fitness. «Quando sono andato su Instagram – racconta la ragazza, oggi 18enne – tutto quello che ho visto erano immagini di corpi perfetti, addominali perfetti e donne che facevano 100 burpees in 10 minuti».
Quello di Anastasia non è un caso isolato: i ricercatori di Instagram, che dal 2019 hanno iniziato a studiare gli effetti indesiderati della piattaforma, hanno scoperto un mondo sommerso sotto gli occhi di tutti.