Si affievolivano di giorno in giorno le speranze dei familiari di Antonio Natale di ritrovare ancora in vita il 22enne di Caivano, scomparso lo scorso 4 ottobre.
Durante il pomeriggio di lunedì 18 ottobre, si è rapidamente diffusa la notizia del ritrovamento di un cadavere in un terreno incolto nell’area di confine tra Afragola e Caivano, aveva immediatamente fatto presagire il peggio.
Antonio Natale è stato ucciso. Il cadavere presenterebbe fori compatibili con colpi d’arma da fuoco. Non una lupara bianca, ma un omicidio commesso probabilmente in un luogo diverso da quello in cui è stato trovato il cadavere, a pochi passi dal campo rom. A dare la svolta alle indagini una testimonianza e i carabinieri sono andati in quella zona a colpo sicuro e lì hanno trovato il corpo martoriato, tant’è vero che per il riconoscimento è stato necessario vedere i tatuaggi.
«La camorra mi deve restituire mio figlio. Io sono una morta che cammina, farò i nomi», questo l’appello che la madre del giovane ha incessantemente lanciato nei giorni scorsi.
Aveva vissuto per un periodo in Germania, dove aveva lavorato come pizzaiolo e quando è tornato a Caivano, Antonio avrebbe voluto lavorare ma è finito invischiato in un giro di droga.
Dalle indagini è emerso che potrebbe esserci un movente legato a un ammanco di soldi, non è chiaro quanti fossero. Per quei soldi prima di sparire, lo scorso 4 ottobre, era stato anche pestato. Era uscito di casa per andare a fare shopping da Gucci, circostanza confermata dalle videocamere del negozio ed era poi tornato a Caivano, accompagnato dal suo amico Domenico e da altri due ragazzi che, al momento, risultano ancora irreperibili.
A dare l’allarme intorno alle 23, la madre di Antonio, che dopo aver ricevuto uno strano messaggio e dopo varie telefonate al quale il figlio non ha mai risposto, si è subito preoccupata.
Le indagini dei carabinieri mirano a ricostruire le ultime ore di vita del giovane per risalire all’identità dei suoi assassini.