Quattro donne sono state trovate morte in una casa di Mazar-i-Sharif, in Afghanistan. Tra loro l’attivista Frozan Safi: lo riferisce un portavoce dei Talebani, Qari Sayed Khosti, sottolineando che due sospettati sono stati arrestati. Le donne sarebbero «state invitate in casa dai sospettati», secondo le prime indagini.
Frozan Safi, 29 anni, attivista e docente di economia, era scomparsa da due settimane. La donna è stata assassinata a colpi d’arma da fuoco che le reso irriconoscibile il volto.
A identificare il corpo senza vita dell’attivista è stata la sorella che ha riferito al quotidiano britannico “The Guardian” di averla riconosciuta dai vestiti, proprio perchè il volto era stato distrutto da una serie di proiettili.
Secondo la ricostruzione dei fatti fornita dal media britannico, verso la fine del mese scorso, Frozan avrebbe ricevuto una telefonata da un numero anonimo che le diceva di raccogliere prove del suo lavoro come difensore dei diritti e di partire per un rifugio. Frozan credeva che la sua richiesta di asilo in Germania fosse in corso. Ha infilato documenti in una borsa ed è uscita di casa. Da allora, di Frozan, non si sono avute più notizie, fino al ritrovamento del suo corpo in obitorio.
Frozan Safi era molto attiva sul fronte dei diritti civili nel paese.
Human Rights Watch ha affermato che le regole dei talebani vietano alla maggior parte delle donne di operare come operatori umanitari nel paese. Le ragazze sono di fatto bandite dalla scuola secondaria, il nuovo governo è tutto maschile e le donne sono state escluse dalla maggior parte degli sport e del lavoro.
Secondo le testimonianze raccolte dai media, gli estremisti picchiano le donne con bastoni elettrici e detenendo e torturando i giornalisti che seguono le proteste nazionali da parte delle donne che chiedono il ripristino e la protezione dei loro diritti.