La rinuncia dell’eredità è una decisione che, spesso, viene presa velocemente per timore di dover affrontare il pagamento di debiti non previsti. Ma è altrettanto possibile voler tornare sui propri passi e chiedere di poter accettare l’eredità.
È un’azione possibile? La Legge ammette la revoca, ma in alcuni casi potrebbe non consentire una marcia indietro da parte dell’ereditario. Scopriamo insieme caratteristiche, condizioni e regole in merito ad una richiesta di revoca eredità.
Che cos’è la revoca rinuncia dell’eredità
La revoca rinuncia eredità è una dichiarazione contraria sull’atto di rinuncia chiesto precedentemente. Questo accade quando, in un primo momento, si crede di voler rinunciare all’eredità per non accollarsi debiti di vario tipo: subito dopo si cambia idea chiedendo che la decisione possa essere revocata il prima possibile.
L’atto è legale ed esprime la volontà del rinunciante nel poter essere riammesso tra gli ereditari ed essere titolare della propria quota. Un effetto che “cancellerebbe” la richiesta riportando tutti i fatti all’origine.
La legge si esprime in merito e consente una inversione di marcia, anche se ci sono dei casi in cui sia stata negata. Al fine di poter procedere nella maniera più consona e corretta, il consiglio è di rivolgersi a consulenti esterni come i professionisti di rexpira.it . È opportuno per capire la strada da intraprendere e presentare tutti i documenti, in vista della richiesta revoca di rinuncia dell’eredità.
Caratteristiche e tipologie di revoca rinuncia dell’eredità
È possibile ottenere la revoca della rinuncia dell’eredità da parte del legislatore, ma alle seguenti condizioni:
- La revoca deve essere richiesta e fatta entro il termine previsto dei dieci anni (tempistica per l’accettazione dell’eredità);
- L’eredità che è stata oggetto di rinuncia, non deve essere già stata accettata dalle altre persone chiamate;
- La revoca non deve essere un mezzo per comportare pregiudizio a terzi che hanno già acquistato i beni previsti all’interno dell’eredità.
La legge evidenzia, inoltre, che una revoca non ha come conseguenza la perdita della possibilità di diventare degli eredi. Questo accade se il chiamato viene meno ad una delle condizioni sopra elencate.
Ci sono due tipologie di rinuncia:
- rinuncia espressa
- rinuncia tacita
In Giurisprudenza si è dibattuto in merito alla questione, tanto da far emergere che non sia necessaria una forma solenne di richiesta di rinuncia. Per questo motivo la revoca può essere richiesta con dichiarazione tacita oppure formale.
Deve essere effettuata presso un notaio oppure un Tribunale preposto. Il rinunciante dovrà recarsi alla Cancelleria del Tribunale presentando la domanda di revoca, seguendo tutte le indicazioni del notaio o dei consulenti esperti del settore.
Ricapitolando, la revoca rinuncia dell’eredità è un atto fattibile ed è necessaria nel momento in cui l’erede esprime la volontà di voler tornare sui propri passi. Una eredità precedentemente respinta si può recuperare chiedendo di poter essere riammessi come titolari della quota spettante.
Come anticipato, il soggetto interessato non potrà attendere più di 10 anni dall’apertura della successione e la sua quota non deve essere stata accettata da altri chiamanti. In ogni caso, si potrà rivolgere al notaio o al Tribunale del luogo di apertura successione.