Nuovo regolamento europeo per i tatuaggi: dal 4 gennaio 2022 saranno vietati gli inchiostri colorati e, quindi, saranno consentiti solo quelli con inchiostro nero. O meglio, quelli che non contengono isopropanolo, un solvente che l’Ue ha deciso di vietare in quanto ritenuto potenzialmente cancerogeno, oltre che dannoso per la pelle perchè in grado di irritare gli occhi, seccare l’epidermide, causare danni al sistema nervoso.
Un duro colpo per la comunità di tatuatori italiana, che ha denunciato l’importante limitazione artistica, ma anche economica. La speranza è che in futuro possano essere approvate nuove sostanze, considerate meno nocive, perchè si possa tornare a tatuare con inchiostri colorati chimici.
L’Unione europea mette al bando gli inchiostri che contengono isopropanolo, quelli colorati appunto. Con due sole eccezioni: un tipo di blu e un tipo di verde.
Il riferimento normativo è il regolamento Reach, approvato dalla stessa Unione nel 2006 e modificato nel 2020, riguardante la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche. Nel dettaglio, come precisa il Centro nazionale sostanze chimiche che dipende dall’Istituto superiore di sanità (Iss), il nuovo regolamento limita l’utilizzo intenzionale o le concentrazioni di circa 4.000 sostanze classificate come «pericolose» negli inchiostri perché:
- cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione;
- sensibilizzanti/corrosivi/irritanti per la pelle;
- irritanti/lesive per gli occhi;
- vietate nei prodotti cosmetici.
Due le eccezioni: il «blu15» e il «verde7». Secondo Bruxelles, per il rosso, arancione e giallo esistono in natura dei pigmenti alternativi, mentre per queste due tonalità no.
Ad ogni modo, si tratta di una concessione temporanea: l’Unione chiede agli addetti ai lavori di trovare un’alternativa entro un anno anche a questi due colori. Altrimenti, verranno messi al bando.
In Italia, secondo l’Istituto superiore di sanità, 7 milioni di persone portano un disegno o una scritta indelebile sulla pelle, con picchi del 30% tra i più giovani. Di questi 7 milioni, il 60% ha avuto qualche tipo di reazione avversa al tattoo.