L’ultimo decreto che ha introdotto nuove normative per contenere i contagi da covid, ha reso obbligatorie le mascherine ffp2 che di fatto saranno il dispositivo di protezione individuale da privilegiare per accedere ai mezzi pubblici e non solo.
Come si riconoscono le mascherine a norma? Un quesito che rivendica una risposta necessaria ed esaustiva, in virtù dei plurimi sequestri di dispositivi non a norma da parte delle forze dell’ordine in diverse città italiane.
In primis, le Ffp2 sono dispositivi di protezione individuale e devono quindi rispettare le caratteristiche fissate dal regolamento Ue 425 del 2016.
La norma stabilisce che le mascherine filtranti come le Ffp2 e le Ffp3, “sono DPI appartenenti alla categoria III di rischio”. Quindi i produttori “devono prima passare il vaglio di un organismo notificato specializzato nella certificazione dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie” che dichiarerà. “L’aderenza del prodotto ai requisiti della norma tecnica EN 149:2001”. Solo a quel punto “il produttore può apporre il marchio CE”.
Assosistema Confindustria – che rappresenta i produttori e distributori dei Dispositivi di protezione individuali – ha curato una guida per verificare la validità delle certificazioni.
Il regolamento Ue 425 del 2016 “è un atto legislativo vincolante e impone norme chiare e dettagliate che devono essere applicate integralmente in tutti gli Stati membri dell’UE. Il regolamento si applica a tutte le forme di fornitura di DPI compresa la vendita a distanza, e mira a stabilire prassi di alto livello su salute e sicurezza, protezione degli utenti e concorrenza leale”.
Gli operatori economici (“tutti coloro che intervengono nella catena di fornitura; produttori; rappresentanti autorizzati, importatori e distributori), devono “assicurarsi che il Dpi sia accompagnato dalle istruzioni e da informazioni in una lingua comprensibile ai consumatori”. Inoltre “devono garantire che le condizioni di conservazione e trasporto non compromettano la conformità del Dpi e intraprendere un’azione correttiva in caso di non conformità del prodotto”.
I distributori prima di rendere un Dpi disponibile nel mercato devono verificare che “rechi il marchio Ce, sia accompagnato dai documenti richiesti e dalle istruzioni in una lingua facilmente comprensibile ai consumatori; che il produttore e l’importatore abbiano rispettato i requisiti”.