Uno dei dibattiti che ha costantemente scandito le varie fasi della pandemia è senza dubbio quello relativo all’efficacia dei dispositivi di protezione individuale.
Un dibattito recentemente tornato in auge, dopo la dilagante diffusione della variante omicron e l’introduzione dell’obbligo di utilizzo della mascherina ffp2.
Uno studio tedesco ha evidenziato, per la prima volta, le differenze tra queste due mascherine nel prevenire il contagio.
Ecco cosa hanno scoperto in merito gli scienziati.
Uno studio del Max Plnck Institute di Monaco di Baviera ha, per la prima volta, analizzato nel dettaglio la differenza tra una mascherina ffp2 e una chirurgica. Gli esperti tedeschi hanno preso una coppia campione: uno era non vaccinato, mentre l’altro era positivo al Covid.
Senza mascherina e ad una distanza di tre metri, anche una semplice conversazione può esporre il soggetto non vaccinato al contagio del virus con una probabilità del 100%.
Al contrario, se entrambi indossano una mascherina ffp2, anche a distanza ridotta e con tempi di permanenza più lunghi, la possibilità di contagio scende allo 0,1%.
Lo studio dei ricercatori di Monaco di Baviera, inoltre, ha anche dimostrato qual è il migliore dispositivo di protezione individuale da indossare in luoghi chiusi. Ancora una volta, gli studi hanno confermato l’impareggiabile efficacia della mascherina ffp2.
Utilizzarla al chiuso, dunque, può sicuramente aiutare a frenare la diffusione capillare del contagio. Queste mascherine, infatti, riescono a filtrare circa il 94% delle particelle che circolano nell’aria in ambienti chiusi.
La sostanziale differenza con quelle chirurgiche, dunque, è che queste ultime riescono a filtrare solo le particelle più grandi. Il risultato è che, in questo modo, si proteggeranno gli altri, ma non sè stessi.
Dunque, è importante utilizzare le mascherine ffp2 specialmente al chiuso, ricordandoci di cambiarle almeno una volta ogni 8 ore.