Le telecamere di “Report”, programma di inchieste giornalistiche in onda il lunedì in prima serata su Rai3, hanno acceso i riflettori sul giro d’affari legato alla mozzarella di bufala Dop.
Un business principalmente radicato nel casertano, dove si registra la presenza maggiore di caseifici. Secondo una recente inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, nel corso dell’ultimo decennio, sarebbero state abbattute decine di migliaia di bufale per sospette brucellosi e tubercolosi, ma a un esame al macello, molti di quegli animali sarebbero poi risultati sani.
Un “errore” costato una perdita di milioni di euro per gli allevatori casertani che per questo motivo hanno deciso di intraprendere un’azione forte.
E’ iniziato oggi, martedì 11 gennaio alle 15,00, in uno dei luoghi simbolo della battaglia contro la camorra e per la legalità del Casertano, al Centro Don Milani di Casal di Principe (c/o la Nuova Cucina Organizzata in Via Giacosa, 25), per poi spostarsi nei prossimi giorni in altri siti istituzionali e nel territorio dell’area, lo sciopero della fame degli allevatori bufalini del casertano per difendere il patrimonio bufalino dalla speculazione finanziaria.
A renderlo noto il Coordinamento Unitario per la Difesa del Patrimonio Bufalino (costituito, fra gli altri da Altragricoltura, l’Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, l’Associazione Amici della Bufala, la Lega Bufalina e il SIAAB – Sindacato Allevatori Agricoltori Bufalini) che torna sui tre obiettivi della protesta: sostenere le richieste del movimento degli allevatori che da tempo propone la discontinuità con il fallimentare piano messo in atto negli ultimi anni per sostituire l’irresponsabile e inutile mattanza con un piano fondato sulla prevenzione e la vaccinazione; lanciare una campagna nazionale e internazionale che racconti la verità su quanto sta avvenendo a Caserta e in tutta l’area DOP della mozzarella di Bufala raccontando a tutti i cittadini le ragioni degli allevatori e dei trasformatori artigianali schierati a difendere il territorio, il lavoro, le aziende, la salute dei cittadini e il benessere degli animali.
Due le prime persone che (ad oltranza) entreranno in sciopero della fame determinate a condurlo fino a quando agli allevatori dell’area della mozzarella di bufala Dop non saranno date adeguate garanzie. A queste due si aggiungeranno quotidianamente gruppi di allevatori e di altri soggetti. Verrà inoltre attrezzato un gruppo tecnico di coordinamento e supporto formato da volontari e operatori di diverse associazioni mentre è previsto un fitto calendario di incontri e iniziative di mobilitazione che sarà illustrato nei prossimi giorni.